La “Dina” non paga Il ponte di Veglia bloccato per protesta
I dipendenti dell’azienda dell’amico dell’ex premier Sanader non sono retribuiti da sette mesi e la produzione è ferma

FIUME. Stavolta si sono accontentati di bloccare parzialmente il ponte che collega la terraferma e l’Isola di Veglia ma nei prossimi giorni o settimane – questa la minacciosa promessa - potrebbe andare peggio, molto peggio. Una settantina di occupati dell’azienda petrolchimica Dina di Castelmuschio (Omisalj) hanno voluto inscenare una pacifica protesta, esasperati da sette mesi senza stipendio e con la produzione bloccata.
È un’impresa che ha mercato, fatta però a pezzi dall’ex proprietario Robert Jezic. Parliamo del tycoon sotto processo per corruzione e testimone principale dell’accusa nel procedimento contro l’ex premier Ivo Sanader, dell’Hdz, accusato di avere ricevuto una mazzetta di 10 milioni di euro dall’ungherese “Mol” per cederle i diritti di gestione della società petrolifera croata “Ina”. L’iniziativa è nata su Facebook e vi hanno aderito circa 70 dei 450 dipendenti della “Dina”, ormai stufi delle continue promesse del vice presidente del governo e ministro dell’Economia Radimir Cacic e del ministro delle Finanze ed ex sindaco di Fiume Slavko Linic. «Ogni settimana – così il principale organizzatore della protesta, Miljenko Ferencak – Cacic e Linic promettono che la situazione sarà risolta. Poi puntualmente non accade nulla e noi siamo ormai alla fame, abbiamo figli in età scolastica, dobbiamo pagare mutui e tante altre cose. Le maestranze sono esasperate e temo accada qualcosa di drammatico». Sotto l’occhio vigile della polizia, i manifestanti hanno bloccato parzialmente il versante Nord del ponte, iniziativa durata circa un’ora. Hanno protestato con cartelli e slogan anche perché – hanno detto – montano gratuitamente la guardia a uno stabilimento che non è di loro proprietà e i cui titolari sono sconosciuti. La gran parte degli automobilisti costretti ad attendere il passaggio lungo il ponte hanno comunque espresso il loro appoggio ai manifestanti, suonando il clacson. Martedì a protestare in piazza San Marco a Zagabria, sede del governo, saranno le maestranze della petrolchimica “Dioki”, di cui fa parte “Dina”. Anche alla “Dioki” niente stipendi e produzione ferma da mesi.
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