Nuovo bando per la terza corsia della A4
Fallito l’accordo con le banche, dovrebbe essere pubblicato a luglio. Ma pende il rischio di indennizzi milionari per le imprese

TRIESTE. Autovie Venete e Regione corrono ai ripari. Di fronte all’impercorribilità di un accordo col pool di banche che nell'autunno scorso ha formulato l’offerta per il finanziamento della terza corsia dell’A4, si cerca adesso una soluzione alternativa. Nei meandri dell’incontro dell’altro giorno a Palmanova è venuta fuori anche una nuova iniziativa: sarà pubblicato un nuovo bando per il finanziamento della terza corsia. Dovrebbe essere pubblicato entro il 15 luglio, con termine ultimo per ricevere le offerte individuato nel primo settembre. Una formula che, burocraticamente parlando, consentirebbe di avere l'intesa sottoscritta entro l’anno in corso.
Rispetto a quello originario, il bando dovrebbe essere più snello, in termine di esborsi finanziari richiesti. Nel dettaglio: verrebbe fatto presente che è fondato sulla garanzia della Regione, che ha messo a disposizione proprio l’altro ieri una garanzia di 150 milioni (che deve essere approvata sul tamburo dal Consiglio regionale); verrebbe richiamata la disponibilità di un miliardo assicurato dalla Banca europea degli Investimenti (Bei), che sarebbe poi girato alle banche e, verificatasi questa condizione, sui 400-500 milioni garantiti dalla Cassa Depositi e Prestiti. Interessante, al riguardo, il ruolo della Cdp, che potrebbe anche anticipare i fondi per non bloccare i cantieri, soprattutto quelli del lotto San Donà-Alvisopoli, giudicati centrali nel progetto (anche perché i lavori sono stati già aggiudicati e dunque sono esposti a richieste di indennizzo da parte delle imprese vincitrici).
Non sono solo le banche, infatti, a caratterizzare i sogni più cupi di Tondo e compagnia. C’è un’altra ipotesi che terrorizza il Palazzo: l’idea che la terza corsia dell’A4, limitatamente a un paio di lotti, possa proprio non realizzarsi mai. Col discorso finanziario tuttora nel limbo sarebbe una possibilità devastante, in termini economici. Per il solito effetto a piramide, dopo Autovie e Friulia, dove la Regione è socia di maggioranza, gli effetti di eventuali contenziosi si abbatterebbero direttamente sull’amministrazione del Friuli Venezia Giulia. Con cifre per decine di milioni, probabile intervento della Corte dei Conti e altri sviluppi non meno sinistri.
Infatti il primo lotto, quello tra Quarto d’Altino e San Donà di Piave, con la sua spesa prevista di 427,4 milioni più 40 per il casello di Meolo, risulta ad oggi, assieme alla Gorizia-Villesse l’unico finanziato. Ma l'indennizzo spettante alle imprese, nel caso di non realizzazione dell'opera, viaggia attorno al 10 per cento e potrebbe arrivare anche a tre volte tanto.
Applichiamo tale nefasta ipotesi, per fare un esempio, ai 450 milioni di euro dei lavori aggiudicati lo scorso anno a Rizzani De Eccher-Pizzarotti dall’allora commissario ad acta Renzo Tondo per il tratto San Donà-Alvisopoli, e si scopre che, qualora i cantieri non partissero, le imprese potrebbero introitare dai 45 ai 135 milioni di euro, a seconda della penale. E non dimentichiamoci che, volendolo, l’impresa potrebbe chiedere un indennizzo già adesso perché l'appaltante non va avanti e di conseguenza le imprese non possono programmare la loro attività. Sarà magari anche per questo che nei giorni scorsi l’attuale commissario per la terza corsia, Riccardo Riccardi, ha ufficializzato l’affidamento della progettazione esecutiva proprio del tratto in questione.
Allo stesso tempo, una maniera di tutelarsi da eventuali sorprese e di far capire che la Regione vuole andare avanti comunque, sia pure con i tempi che ormai si stanno dilatando in maniera sensibile. Basti dire, al riguardo, che ci vorranno adesso come minimo nove mesi per ottenere il progetto. Con buona pace del cronoprogramma. Riccardi, tra l’altro, risulta tuttora tra coloro che sono sospesi. L’intenzione del governo Monti è infatti quella di far scadere le gestioni commissariali in tutta Italia a fine dicembre. Tondo ha già chiesto una proroga di un anno, ma non è detto che sarà automatica.
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