Tondo: la Regione pagherà le spese dei funerali di Alina
Il governatore sul suicidio dell’ucraina nel commissariato di Opicina: «Sgomento Sono sicuro che la Procura agirà con fermezza contro ogni forma di razzismo»

Sarà la Regione a pagare le spese del funerale di Alina Bonar Diachuk, l’ucraina di 32 anni che si è impiccata il 16 aprile scorso in una stanza del commissariato di Opicina dove era detenuta illegalmente, essendo stata liberata due giorni prima dal Coroneo grazie a una sentenza di patteggiamento del giudice Laura Barresi.
Tondo ha reso noto l’impegno nel corso del “question time” del Consiglio regionale rispondendo sul tema sollevato dal consigliere di Rifondazione comunista Roberto Antonaz. La questione dei funerali dell’ucraina era emersa dopo la dichiarazione di una sua ex compagna di cella, Maria Dina P., 65 anni. «Ho conosciuto Alina in carcere e sono sgomenta per la sua tragica fine - aveva detto - Era una brava ragazza. Ho saputo che i familiari non hanno la possibilità economica per pagare i funerali. Sono pronta a farlo io».
Ma ieri Tondo ha spiegato che per reperire i fondi necessari farà «approfondire la vicenda ai miei uffici e se (i soldi, ndr) non ci fossero lo farò con i fondi della Presidenza regionale». Il governatore ha anche rilevato che la vicenda di Alina (che «per la legge italiana risultava libera») «ha scosso le coscienze, ci ha lasciato sgomenti». E quanto a eventuali abusi perpetrati nel commissariato di Opicina, «sono sicuro – ha aggiunto il presidente della Regione – che la Procura agirà con fermezza contro ogni forma di razzismo». Il governatore ha detto ancora che «rimaniamo in attesa dei provvedimenti del questore, e andranno sicuramente presi se ci sono responsabilità». Ma il presidente ha voluto comunque precisare il «grande apprezzamento per il lavoro» svolto dalla «Questura di Trieste e il rispetto per il questore» Giuseppe Padulano.
Sul caso di Alina era intervenuto nei giorni scorsi anche l’ex sottosegretario agli Interni e oggi deputato del Pd Ettore Rosato, presentando un’interrogazione assieme ai deputati Emanuele Fiano e Jean-Leonard Touadi. Scrive Rosato: «Il ministro dell’Interno segua gli sviluppi delle indagini sulla morte di Alina Bonar Diachuk, che stanno delineando fatti gravi e in contrasto con le norme e le prassi di tutela dei diritti». Rosato ricorda che nelle stanze di servizio e nell’abitazione di Carlo Baffi, il funzionario responsabile dell’Ufficio immigrazione a oggi indagato dal pm Massimo De Bortoli per sequestro di persona e omicidio colposo, «è stato rinvenuto materiale dal contenuto antisemita, sulla difesa della razza e di propaganda nazista». Il deputato osserva poi che «pur nel rispetto del lavoro della magistratura e nell’osservanza del principio di non colpevolezza, non vi è dubbio che le notizie emerse rischiano di offuscare agli occhi della cittadinanza l’immagine della Polizia».
Rilevando che «la normativa vigente sull’espulsione dei cittadini extracomunitari è di difficile gestione pratica in quanto è la polizia a farsi carico delle comunicazioni ai difensori, di trovare l’interprete e di provvedere al trasporto all’ufficio del giudice di pace per l’udienza», Rosato precisa che «occorre distinguere le responsabilità personali dall’operato, sempre caratterizzato da correttezza e abnegazione, del personale e dei dirigenti della Questura».
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