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Cosolini: «No all’Ater unica Tondo apra un confronto»

Dall’Erdisu all’Ass, il sindaco attacca la Regione: «Sì ai tagli della spesa pubblica ma su temi centrali nella vita dei cittadini serve un tavolo coi Comuni capoluogo»

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Roberto Cosolini e la sua giunta prendono posizione contro la politica di accorpamenti della Regione che investe Ater, Erdisu e Aziende sanitarie: «Siamo favorevoli all'abbattimento della spesa pubblica - ha detto il sindaco nella conferenza stampa di ieri -, ma riforme di questa portata devono essere concordate in un tavolo che riunisca il presidente della Regione e i sindaci dei quattro Comuni capoluogo». Cosolini ha ribadito la disponibilità al dialogo: «Siamo pronti a discutere con Tondo senza pregiudiziali ideologiche, ma in assenza di questo tavolo ci opporremo a qualsiasi riforma abborracciata in poco tempo a fini elettorali». Il timore del sindaco è che «ci sia una liquidazione sommaria, dovuta all'imminenza delle scadenze elettorali, di temi fondamentali per la vita dei cittadini come il diritto alla casa, alla salute o allo studio». Il sindaco ha quindi sottolineato che «le esigenze e le specificità del Comune più grande della regione, con 210mila abitanti di cui il 10% sono inquilini dell’Ater, vanno valutate con più accortezza anche per evitare, oltre al peggioramento dei servizi, il rischio di scelte che oggi sembrano far risparmiare denari e un domani si traducano in un aggravio della spesa pubblica».

E proprio l'Ater è il primo aspetto che preoccupa l'amministrazione triestina: gli alloggi gestiti dall’ente in provincia di Trieste sono 12mila 587, pari al 44% degli appartamenti in affitto in città e al 10% del totale di tutte le abitazioni presenti nella Venezia Giulia. «L'accorpamento non è l'unica via per ridurre i costi delle Ater - ha dichiarato Cosolini - e non è nemmeno certo che funzioni: se l'Ater unica regionale dovrà poi dotarsi di quattro articolazioni a livello locale ci ritroveremo al punto di partenza. Se invece si farà davvero tabula rasa dell'esistente centralizzando ogni operazione, questo non potrà non ripercuotersi sull'efficienza dei servizi».

Ma il discorso fatto per l’Ater, ha aggiunto il sindaco, vale anche «per enti di massimo interesse quali l’Azienda sanitaria e l’Erdisu. A questi livelli di rilevanza non possiamo accettare che ci vengano propinate ricette preconfezionate senza che venga condotta alcuna preventiva, seria, accurata analisi sugli effetti di tale “medicina”. Anche perché gli effetti della “cura” ricadranno in primo luogo sulla gente».

Sul tema Ater sono intervenuti anche altri membri della giunta: «A Trieste è del tutto evidente che l’incidenza degli alloggi Ater è ben diversa rispetto agli altri territori della regione - ha detto l'assessore ai Servizi sociali Laura Famulari - basti pensare che a fronte del 7% di Gorizia, a Udine si raggiunge solo il 3,5% e a Pordenone il 3%». L'assessore all'Edilizia Elena Marchigiani pensa alle conseguenze dell'accorpamento: «Considerata la tendenza già consolidata all'alienazione dei beni - ha detto -, temiamo che il confluire del patrimonio triestino in un unico calderone regionale finisca per andare a detrimento del nostro territorio». Secondo Marchigiani la Regione deve realizzare un programma strategico per l'edilizia convenzionata che tenga conto delle peculiarità dei singoli comuni: «È scandaloso che Trieste venga equiparata ai più piccoli paesi della regione». «Non ne facciamo una questione di campanilismo - ha aggiunto Famulari -, le nostre perplessità nascono dalla semplice constatazione dell'unicità storica, demografica e orografica di Trieste: non si può non tenerne conto».

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