Generali, bonus dimezzati per i vertici
Al Ceo Perissinotto 2,35 milioni nel 2011. Maxi-liquidazione di 16 milioni più quattro mensilità per l’ex presidente Geronzi

TRIESTE. Generali taglia del 50% i bonus per il top management. In un momento in cui l’austerità è un’attitudine fortemente apprezzata dal mercato la mossa del Leone appare in perfetta sintonia con lo spirito del tempo. Oltre che allineata anche ai dettami di Isvap e Consob. Nel corso del 2011, infatti, l’autority per le assicurazioni su un versante, Consob e Borsa Italiana sull’altro, nel solco dei principi imposti a livello internazionale dalla crisi finanziaria hanno dovuto rimettere mano a codici e regolamenti in tema di remunerazioni.
E così, nel complesso gli stipendi dei big della compagnia risultano fortemente dimagriti. Come emerge dalla Relazione sulla Remunerazione, che sarà sottoposta all'approvazione dei soci all'assemblea di aprile, la parte variabile degli emolumenti versati ai vertici operativi è scesa a un totale di 2,02 milioni di euro dai 3,86 milioni dell'anno precedente. Il taglio più drastico è quello per il ceo, Giovanni Perissinotto, il cui bonus scende a 480mila euro dagli 1,57 milioni del 2010, in quanto questa parte variabile è principalmente collegata all'andamento dell'utile di gruppo. I bonus dell'a.d Sergio Balbinot e del direttore generale e cfo Raffaele Agrusti sono diminuiti in minor misura, passando da 1,57 milioni a 975mila euro e da 704.500 euro a 570mila euro rispettivamente, in quanto legati al raggiungimento di specifici obiettivi assegnati. D'altro canto, gli emolumenti fissi per Perissinotto ammontano a 1,87 milioni che portano la retribuzione complessiva del ceo a 2,35 milioni (da 3,41 milioni del 2010). Per Balbinot la parte fissa, pari a 1,74 milioni, porta l’assegno finale dell'a.d. a 2,71 milioni (da 3,55 milioni nel 2010) .
Che la cesura in tema di remunerazione con il dopo Geronzi sia netta appare limpidamente anche dalle disposizioni previste per gli emolumenti del vertice delle Generali. All’attuale presidente Gabriele Galateri di Genola «non sono stati accordati trattamenti di fine mandato» nè sono previste «indennità in caso di cessazione anticipata dell’incarico». Il trattamento economico riservato a Galateri prevede un compenso fisso pari a 100 mila euro lordi, incrementato del 50% in quanto componente del comitato esecutivo, cui si aggiunge la quota parte del compenso variabile spettante ai componenti del cda (pari allo 0,01% dell’utile consolidato) e un gettone di presenza di 4 mila euro per ciascuna seduta del cda e del comitato esecutivo. Il presidente delle Generali ha poi diritto a una copertura assicurativa per infortuni professionali e malattie e una integrativa per le spese sanitarie. A Geronzi, dimessosi due anni prima della scadenza naturale del mandato, sono stati riconosciuti complessivamente, nel 2011, 17,53 milioni, composti da 16,65 milioni di euro, frutto di una notevole e ampiamente commentata buonuscita, cui sono stati aggiunti 880mila euro a titolo dei 4 mesi trascorsi al vertice del Leone l’anno scorso. La Relazione sulla Remunerazione ricostruisce le fasi che hanno portato alla determinazione del maxi-assegno. Cesare Geronzi, dopo le dimissioni dalla presidenza della compagnia un anno fa, ha assunto la presidenza della Fondazione Generali, incarico che non prevede alcuna retribuzione fin dalla costituzione della Fondazione stessa. In funzione della carica sono previsti rimborsi per un massimo di 10mila euro l'anno, di cui - a quanto si apprende - Geronzi non si è peraltro avvalso.
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