Anni di violenze sulla convivente, il giudice lo fa allontanare da casa
La storia di maltrattamenti è emersa dopo che la donna, al termine dell’ennesimo episodio, si era gettata dal balcone per fuggire ed era rimasta ferita. A dare l’allarme era stato il figlio di lei

di Corrado Barbacini
Per anni aveva subito violenze e vessazioni. E al termine di un ennesimo episodio, presa dalla disperazione e dalla paura, per sfuggire alla furia del convivente la donna si era gettata dal balcone rimanendo seriamente ferita.
Lui, A. P., 38 anni, di origine serba, è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare che il gip Laura Barresi ha emesso su richiesta del pm Massimo De Bortoli. L’uomo non potrà più avvicinarsi alla convivente di origine serba che ha pesantemente maltrattato. Se lo farà, finirà dritto in carcere.
L’episodio clou della vicenda, che va avanti dal 2008, era avvenuto in un palazzo di via Molino a Vento nel pomeriggio dello scorso 30 luglio. La donna, esasperata e terrorizzata, si era gettata da un’altezza di cinque metri finendo sul marciapiede. Aveva subìto una serie di fratture, fortunatamente non gravi. Ma quella caduta aveva fatto attivare la polizia e poi la magistratura.
Quel giorno a dare l’allarme era stato il figlio della donna. «L’uomo di mia madre la sta picchiando», aveva detto il ragazzino all’operatore del 113. Gli agenti della squadra volante erano arrivati dopo pochi minuti e avevano trovato la vittima supina sul marciapiede. Avevano chiamato l’ambulanza del 118 che l’aveva trasportata all’ospedale di Cattinara.
«Quello l’ha presa per i capelli e la sbatteva per terra», aveva raccontato il bambino spaventato agli agenti. Al culmine della lite il piccolo era fuggito nella sua camera, dove già si era rinchiusa la madre. L’uomo aveva sfondato la porta a pugni e calci. Intanto la vittima si era rifugiata in terrazza, pensando che quella fosse l’unica via di fuga. Poi, secondo la ricostruzione degli agenti che quel giorno avevano anche interrogato alcuni testimoni, la donna aveva superato la ringhiera del balcone e si era gettata in strada.
Il convivente era stato subito accompagnato in Questura dove i poliziotti lo avevano interrogato. Così, sulla scia di quell’epipsodio, sono scattati ulteriori accertamenti. Accertamenti che appunto hanno fatto emergere la storia di violenze e maltrattamenti e hanno portato infine all’emissione del provvedimento da parte del gip Laura Barresi. Quel giorno nella casa di via Molino a Vento - così avevano rilevato i poliziotti nel corso dell’intervento - l’uomo come una furia aveva distrutto alcuni mobili e suppellettili. Poi se l’era presa con la convivente aggredendola e sbattendola a terra dopo averla afferrata per i capelli. Ma come detto, si era trattato solo di uno degli episodi di violenza: in altre occasioni A. P. aveva picchiato la convivente, spaccandole anche il setto nasale. Tornava a casa ubriaco e tentava di picchiare la donna che, terrorizzata, si rifugiava in bagno.
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