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«La tradivo, aveva scoperto le e-mail»

Giulio Simsig ha spiegato davanti al gip perché era finito il rapporto con Tiziana Rupena. Contestato l’omicidio volontario

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«Tiziana aveva scoperto delle e-mail che avevo inviato ad alcune donne con richieste di incontri a scopo sessuale che però non avevano avuto alcun seguito. La questione si era ricomposta perché le avevo promesso che le sarei stato fedele. Ma le infedeltà da parte mia non sono consistite solo con le e-mail perché nei sette anni di convivenza mi è capitato di avere rapporti sessuali sporadici anche con altre ma Tiziana non ne è mai stata a conoscenza».

Storie con altre donne, tradimenti. Ne ha parlato ieri mattina - senza reticenze - Giulio Simsig, 50 anni, il gruista che ha ucciso domenica nella casa di Padriciano la ex convivente Tiziana Rupena. E ha ripetuto la sua verità su quanto accaduto nella villetta di Padriciano. Lo ha fatto in una saletta del carcere in occasione dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip Guido Patriarchi che al termine ha disposto con un’ordinanza la custodia cautelare per omicidio volontario. Era presente il suo difensore, l’avvocato Pietro Volpe.

Simsig ha più volte ripetuto: «Non sono un violento». Poi ha aggiunto: «Non avevo premeditato l’aggressione a Tiziana. Non volevo ammazzarla. Il coltello con cui l’ho uccisa domenica mattina lo portavo abitualmente con me per lavoro. E’ un temperino e ne possiedo altri a casa. La scala con cui sono salito fino al balcone era sul posto e il cancello era aperto quando solo arrivato a Padriciano nella casa ella madre di Tiziana. Ripeto, volevo suicidarmi. Volevo impiccarmi al balcone. Come aveva fatto il padre di Tiziana dopo essere stato lasciato da sua moglie. E volevo che Tiziana vedesse penzolare». Ma Giulio Simsig ha parlato anche dell’incontro avuto nel pomeriggio di sabato 10 con Tiziana, il giorno prima dell’omicidio. Un incontro che doveva servire per chiarire la situazione e definiore i particolari della separazione. «Abbiamo discusso oltre che della questione del cane che volevo comunque poter vedere dopo la nostra separazione, anche della restituzione di alcuni oggetti di mia proprietà che avrei dovuto ritirare nell’appartamento, ma anche di una modesta somma di denaro che Tiziana mi avrebbe dovuto versare per pagare l’affitto di un appartamento dove sarei dovuto andare a vivere dopo la separazione. Aggiungo però che l’ho aiutata in maniera costante pagando alcune pendenze fiscali e comprandole mobili e oggetti di arredamento».

Un punto focale dell’interrogatorio sono stati i rapporti difficili con le figlie della vittima. «Le ragazze si comportavano male. Una volta una ragazza non era andata a scuola per incontrare una persona che aveva conosciuto via internet. La sera quando è tornata l’ho sgridata e lei mi ha risposto che lo aveva già fatto in un’altra occasione e che era andata a letto con quella persona. Ero rimasto esterrefatto e Tiziana aveva in un certo senso anche giustificato il comportamento della figlia. Un’altra volta le ho dato uno spintone perché si stava avvicinando a me in modo minaccioso».

Il pm Bacer ha verificato anche un’altra questione, quella dell’alcol. «Tiziana - ha risposto Simsig - mi accusava di bere troppo, ma per la verità anche a lei capitava di abusare. Per ricomporre i nostri contrasti siamo andati più volte da un consulente di coppia, ma Tiziana drammatizzava tutto quando mi capitava di bere e reagiva sempre in maniera esasperata».

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