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TRIESTE

Nove, trentadue, sessantadue.

Non sono numeri da giocare sulla ruota preferita del Lotto, bensì la cifra tangibile della inarrestabile progressione anno per anno delle denunce per stalking, presentate in Procura e annotate sul registro degli indagati. Denunce come quella che l’ex moglie di Giuseppe Console, uno dei due accusati dell’omicidio di via Gemona, aveva presentato all’inizio di agosto contro il giovane.

Nove erano state a Trieste le denunce annotate tra il primo luglio 2008 e il 30 giugno 2009. Trentadue quelle presentate tra il primo luglio 2009 e il 30 giugno 2010. Sessantadue infine quelle degli ultimi 12 mesi. I periodi considerati - dall’inizio di luglio alla fine del successivo giugno - possono apparire astrusi, ma rappresentanto la scansione delle rilevazioni su cui si base ad ogni fine gennaio la relazione sullo stato della Giustizia redatta dai presidenti delle Corti d’appello e resa pubblica nelle tradizionali cerimonie di inagurazioen dell’anno giudiziairio.

Come si vede le denunce per stalking presentate alla Procura di Trieste - dicono le cifre ufficiali - crescono in modo vertiginoso di anno in anni, con ritmi da economie asiatiche.

«Non tutte le denunce annotate a registro innescano automaticamente un procedimento penale e un successivo processo» spiega il procuratore capo Michele Dalla Costa: «Molte vengono archiviate, altre seguono il loro corso. Ci siamo anche imbattuti in segnalazioni strumentali, presentate per condizionare ad esempio l’esito di una difficile separazione giudiziale tra coniugi. Devo anche aggiungere però che molti episodi di stalking non emergono mai. Restano sepolti nelle mura domestiche perché chi ne è vittima ha paura e spera in un progressivo affievolimento della persecuzione. Invece molti, non potendo più contare su una relazione sentimentale perché il partner vero o presunto non ci sta, trasformano il rapporto in persecuzione che è comunque un tipo di relazione con l’altro o l’altra. Una relazione non gradita, una intrusione continua nella vita altrui».

Il procuratore capo di Trieste fa notare come la prima rilevazione statistica, quella che segnala solo nove episodi di stalking risalenti al luglio 2008 - giugno 2009, deve essere interpretata. «L’articolo 612 bis del Codice penale che punisce gli atti persecutori assillanti, è stato introdotto il 23 febbraio 2009. In precedenza lo stalking era punito dalla legge come fosse una semplice molestia. I dati si riferiscono solo a cinque mesi di quell’anno. A Trieste esiste un piccolo gruppo di sostituti procuratori che si occupano della tutela dei “soggetti deboli”, tra cui le vittime di stalking. Sono i pm Cristina Bacer, Lucia Baldovin e Massimo De Bortoli».

Sui tavoli di questi tre magistrati confluiscono tutte le denunce di quanti si ritengono perseguitati. Poi entrano in scena investigatori specializzati, centri di assistenza alle donne, investigatori della polizia postale che effettuano le intercettazioni telefoniche. L’inchiesta poi mette a fuoco il persecutore che può essere in rari casi un estraneo, ma il più delle volte è un conoscente, un collega o un ex-compagno o ex-compagna che agisce spinto dal desiderio di recuperare il precedente rapporto o per vendicarsi di qualche torto.

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