Lite a New York, triestina chiede i danni all’istriana star dei fornelli
L'accusa:«Mi aveva promesso uno show tv in Usa, invece ho dovuto fare la badante». E chiede alla chef Lidia Bastianich 5 milioni di dollari

NEW YORK. Una donna residente a Trieste ha fatto causa a uno dei personaggi più noti nel mondo della ristorazione newyorkese, Lidia Bastianich. E non una causa da poco! Maria Carmela Farina chiede 5 milioni di dollari in risarcimento e danni per essere stata truffata, sfruttata e tenuta in una situazione di schiavitù.
Parole forti quelle usate dall’avvocato della cinquantanovenne Farina. Ma secondo Paul Catsandonis la regina della ristorazione nella Grande Mela deve pagare per essersi approfittata di una donna che a mala pena parla inglese e che una volta arrivata a New York si è ritrovata costretta a fare quello che voleva la Bastianich.
Ricostruiamo questa vicenda che è finita questa settimana sui tabloid della metropoli dopo che Catsandonis ha ufficialmente intentato causa per conto della sua cliente italiana.Triestina di nascita (con origini istriane, ndr) ma newyorkese d’adozione Lidia Bastianich è una potenza nella Grande Mela. Da decenni gestisce un famoso ristorante che porta il suo nome, Felidia (una contrazione del suo nome e quello del marito Felice) ed insieme al figlio Joe ha aperto due celebrati ristoranti – Il Posto e Becco. Da un anno è socia in Eataly, l’enorme emporio del prodotto alimentare italiano fondato dal torinese Oscar Farinetti. La Bastianich inoltre è in televisione quasi tutti i giorni con un fortunato programma di cucina chiamato Lidia’s Kitchen ed è autrice di numerosi libri di gastronomia.
Nel 2005 la Bastianich attraverso un suo contatto in Italia, Mario Picozzi, entra in contatto con Maria Carmela Farina che, si legge nelle documenti depositati in tribunale, ha lavorato nella ristorazione per ventisette anni. Le offre di trasferirsi a New York per farle da assistente nel suo programma televisivo di successo proponedole di lavorare nella preparazione delle ricette che vengono realizzate davanti alla telecamera. La promessa è di venire pagata 600 dollari alla settimana. La Bastianich si dà da fare per far ottenere alla Farina un permesso di lavoro specificando che la modalità d’impiego è la ristorazione. Giunta a New York Maria Carmela si trova in una situazione ben differente. Di preparare ricette non se ne parla affatto, di lavorare nella cucina di Lidia neppure. La sua attività è quella di badante. Deve occuparsi a tempo pieno di Luigia Crespi, di 99 anni, il cui marito prima di morire aveva chiesto alla Bastianich di impegnarsi ad avere cura della moglie. In cambio Oscar Crespi avrebbe regalato a Lidia la sua casa vicino a quella della famosa chef/imprenditrice.
La Farina, secondo i documenti in tribunale, non fu in grado di protestare perchè la Bastianich le impedì perfino di restare in contatto con la famiglia a Trieste e la teneva in una situazione di schiavitù negandole qualsiasi tipo di compenso. Sola, con lo scoglio della lingua inglese, e senza soldi la Farina aveva dovuto piegarsi a fare quello che le veniva imposto. Fino al decesso dell’anziana donna nel dicembre 2010. Da un momento all’altro tutto cambiò. Le fu imposto di andarsene di casa e la figlia della Bastianich, Tanya Manuali, le mise in mano un biglietto di sola andata per Venezia dicendole di lasciare immediatamente gli Stati Uniti. In banca a Trieste avrebbe trovato 10 mila dollari a ricompensa di cinque anni di lavoro. Ma anzichè lasciare gli Stati Uniti Maria Carmela Farina è riuscita a entrare in contatto con un avvocato e raccontare la sua storia.
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