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TRIESTE. Dipende tutto dal Fgop, il Fondo garanzia opere pubbliche, una sorta di “assicurazione” di Cassa depositi e prestiti finalizzata al sostegno finanziario dei lavori. Ma quel nodo chiave, malgrado il pressing di Autovie Venete, non si scioglie. E, mettendone a rischio il finanziamento bancario, blocca l'operazione terza corsia. Niente due diligence, la valutazione voluta dagli istituti di credito sullo stato della società Fvg, nessun passo avanti nella complicata trattativa sul maxi-prestito da 2 miliardi Iva compresa per l'allargamento della A4, una partita che vive giorni di preoccupante stallo. Adesso c'è pure la spada di Damocle dei tempi: con le ferie di mezzo, la scadenza di metà novembre per chiudere l'accordo con le banche è dietro l'angolo. Due lettere ad Anas, una a fine maggio e un'altra una decina di giorni fa, non hanno sbloccato la situazione. La concessionaria insiste perché il gestore nazionale ottenga da Cassa depositi e prestiti l'attivazione del Fgop, la garanzia chiave sul prestito. Il pool di banche che ha risposto al bando di Autovie è stato infatti chiarissimo: il Fondo garanzia è imprescindibile. Dopo, solo dopo, si discuterà delle altre condizioni. Molto severe, tra l'altro, a partire dalle azioni di Autovie e Friulia da mettere sul piatto.

I vertici della concessionaria si sono recati a Roma la scorsa settimana. Non sono mancati incontri politici, con Renzo Tondo e Riccardo Riccardi a cercare un contatto con Pietro Ciucci, presidente di Anas. L'obiettivo è quello di un'azione concertata per stringere i tempi sul Fgop. «Al momento non abbiamo avuto indicazioni», ammette però l'ad Melò nel confermare l'iniziativa delle due lettere: «Abbiamo sollecitato una cortese risposta chiedendo massima assistenza per andare avanti in maniera sollecita. Si tratta di procedere con le istruttorie, in primis con la due diligence». «Nessuna novità», taglio corto invece il presidente Emilio Terpin.

Se Autovie spinge per accelerare, dal fronte Anas non sembra avvenire altrettanto. «È una trattativa aperta», si limitano a far sapere da Roma su una questione lunga ormai un anno e mezzo. La richiesta di attivazione del Fgop è stata fatta dal gestore della rete autostradale nel gennaio 2010, ma l'intesa con Cassa depositi e prestiti non è poi arrivata. Con Anas che ha obiettivi molto chiari in vista del rinnovo della concessione sulla A4 Venezia-Trieste, il sospetto è che lo stallo non sia casuale. Di qui il pressing di questi giorni. Perché i tempi sono strettissimi. L'offerta delle banche cessa la sua validità a metà novembre. Se si arriva a quel punto senza accordo, si dovrà ricominciare da zero. Serve il Fgop, dunque, per poter consegnare al soggetto terzo cui verrà assegnato l'incarico della due diligence (operazione che potrebbe costare fino a 1 milione di euro), la garanzia massima. E serve dunque che Anas trovi l'intesa con Cassa depositi e prestiti, sulla cui correttezza di certo Autovie non ha dubbi. Cdp ha già stanziato un prestito ponte di 150 milioni per l'avvio dei primi cantieri. E ha pure consentito l'inserimento di una clausola che apre la porta a un secondo prestito in assenza di alternative.

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