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TRIESTE. Non ha letto i giornali, ha staccato i telefoni, si è reso irraggiungibile anche per i parenti desiderosi di fare gli auguri di compleanno alla figlia. Aveva bisogno di staccare la spina, insomma, e l’ha fatto. E ora che è rientrato in città - dov’è rimasto solo poche ore, per poi volare a Roma e partecipare ai lavori di Montecitorio - Roberto Antonione non ha nessuna voglia di rovinarsi il fegato di nuovo. Inutile quindi tentare di coinvolgerlo in “disquisizioni sulla sconfitta che non servono a nulla” o tentare di estorcergli qualche giudizio sull’operato del suo partito o sulle prime mosse dell’ex avversario Cosolini. Le valutazioni politiche, spiega, le esprimerà solo nelle sedi opportune: il coordinamento regionale del Pdl convocato per dopodomani e l’aula del Consiglio comunale, dove si prepara ad entrare come esponente dell’opposizione.


Antonione, durante questi giorni di vacanza all’estero avrà pur riflettuto sull’esito del voto...
Assolutamente no. Ho pensato a tutt’altro: riposarmi e trascorrere un po’ di tempo con la mia famiglia, inevitabilmente trascurata durante la campagna elettorale.


Nemmeno qualche contatto con gli esponenti della sua lista o i vertici locali del Pdl?
Non ho parlato con nessuno, neanche con i messi comunali che mi cercavano per alcuni atti amministrativi legati alla composizione del nuovo Consiglio. Persino i parenti hanno trovato il telefono spento.


E la giunta Cosolini? Avrà pur avuto la curiosità di scoprirla?
Ovviamente me ne hanno parlato al mio rientro, avvenuto domenica sera. Ho visto i nomi, di più non so.


Appunto, i nomi. Come le sembrano?
Molti assessori nemmeno li conosco. Gli altri mi paiono persone perbene e rispettabili. Non intendo dare però alcun giudizio preventivo: una giunta va valutata in base a ciò che fa. Aspettiamo di vederla all’opera.

Non tutti, nel Pdl, hanno aspettato prima di muovere critiche. Per esempio sulla presunta fedeltà a Franco Bandelli dell’assessore al commercio...
Ho visto che ci sono stati commenti di questo tipo. Io, però, ribadisco la mia linea. Non ha alcun senso esprimersi in via pregiudiziale.


Cosa farà da domani? Si dividerà tra Parlamento e Municipio?
Sì, ho accettato il ruolo in Consiglio. Penso sia giusto rispettare l’indicazione arrivata da tanti elettori che voglio pubblicamente ringraziare sia per il voto sia per il sostegno che mi hanno manifestato anche dopo il risultato. Ho ricevuto infatti grande solidarietà e tanti segnali di vicinanza e affetto. Detto questo, credo sia giusto rispettare le decisioni della maggioranza dei triestini che hanno scelto Cosolini e eletto me come consigliere comunale. Ruolo che cercherò di svolgere al meglio.


Come ripartirà ora il Pdl? Ci saranno rese dei conti?
Addossare le responsabilità a questo o quello non serve a nulla. Le sconfitte non si superano abbandonandosi a disquisizioni sottili - che possono avere un senso solo in caso di distanze minime in termini di voti, mentre qui il verdetto è stato netto -. Si affrontano ragionando serenamente - e io sono assolutamente sereno -, e facendo tesoro di eventuali errori.


Quali pensa di aver commesso lei e quali imputa al partito?
Personalmente non credo di aver fatto un errore decisivo. Certo, di sbagli ne avrò commessi a milioni, come accade sempre a chi lavora, ma nessuno particolarmente determinante. Quanto al Pdl, non intendo anticipare sulla stampa le idee che esporrò sabato durante la riunione del coordinamento regionale. È quella la sede in cui intendo rappresentare eventuali negatività.


Tornando agli errori, cosa risponde a chi, come Menia, l’ha accusata di aver avuto poco coraggio al momento di ricompattare le forze di centrodestra?
Tutto mi si può dire, ma non di esser stato poco coraggioso. Sarebbe stato molto più comodo e conveniente, dal punto di vista personale e politico, evitare di imbarcarsi in un’avventura che già si sapeva difficile. Invece ho voluto impegnarmi a tutti i costi. Se non è coraggio questo...

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