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F16 via da Aviano, La Russa telefona al Pentagono

Il 31.o Fighter Wing potrebbe essere sostituito dai modernissimi F35 ma c’è preoccupazione per la possibile perdita di posti di lavoro italiani

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AVIANO. È giallo sulla permanenza del 31° Fighter wing alla Base di Aviano. Secondo il Wall Street Journal, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama annuncerà il trasferimento in Polonia dei due squadroni di F-16, di stanza nell’aeroporto Pagliano e Gori dal 1993, in occasione della sua visita a Varsavia. La notizia è rimbalzata immediatamente a Roma: il ministro della Difesa Ignazio La Russa si è messo immediatamente in contatto col Pentagono, smentendo tale ipotesi. Ma in prospettiva, secondo fonti attendibili, non è escluso tale spostamento, in vista dello schieramento ad Aviano dei nuovissimi F-35, nell’ambito del programma Jsf, Joint strike fighter, creato per sostituire molti velivoli mantenendo i costi di sviluppo, produzione e operativi bassi.

Intanto, però, nella Destra Tagliamento regnano incertezza e sorpresa: Aviano senza F-16 (e senza altre alternative), significa un taglio di indotto pari a 290 milioni di euro, oltre a 610 milioni di dollari che gli Usa hanno già investito in un decennio per ammodernare la Base. Dal 31° Fighter wing - peraltro impegnato nelle missioni in Libia e in Afghanistan - ieri non c’è stata alcuna reazione: sebbene sollecitato, ha rinviato per qualsiasi contatto direttamente a Washington.

A parlare, invece, è stato il ministro della Difesa, da Cagliari, a margine di un incontro col collega spagnolo Carme Chacon: «Il trasferimento non corrisponde a verità. È vero che in Polonia gli Stati Uniti stanno approntando una base, ma nessun aereo al momento ad Aviano sarà spostato. La piccola base provvisoria in Polonia avrà aerei che provengono da altri Paesi, non da Aviano. Non c’è alcuna connessione, non lo affermo solo io: c’è una lettera dell’addetto militare americano indirizzata alla Difesa, c’è la conferma ufficiale del Pentagono».

Non è escluso, a lungo termine, che gli F-16 effettivamente siano spostati da Aviano, per fare posto, però, al nuovo F-35, caccia multiruolo di quinta generazione, con caratteristiche Stealh (invisibile ai radar), che può essere utilizzato per supporto aereo ravvicinato, bombardamento tattico e missioni di superiorità aerea. La mossa di spostare gli F-16 in Polonia avrebbe, secondo fonti attendibili, minore “impatto diplomatico” sulla irritabile Russia, in quanto si tratta di un aereo ormai vetusto (ma tuttora in pieno uso) rispetto al moderno F-35, già a disposizione degli Usa. Il depotenziamento della Base di Aviano è, tuttavia, un tema ricorrente, negli anni: l’ultima smentita di un trasloco in Polonia risale al 2007 quando il Pentagono elaborò una strategia definita «solo accademica», sulla base della «presenza di elementi ostili» collegabili all’ampliamento della Base di Vicenza.

Il territorio è preoccupato. A partire dal vicepresidente della Regione Luca Ciriani: «Finora la Base ha portato ricchezza e posti di lavoro. Sembra quasi paradossale - ha spiegato - doversi preoccupare se gli F-16 rimangano o no ad Aviano, quando per anni si sono fatte manifestazioni e vie crucis per chiedere la chiusura della Base; da parte mia la preoccupazione è per le possibili conseguenze sulle centinaia di lavoratori italiani della struttura».

Il senatore Carlo Pegorer (Pd) chiede al Governo di riferire in parlamento: «Considerando che si tratta di una delle principali basi americane del Sud Europa inserita in un contesto strategico di grande importanza, al di là delle generiche assicurazioni del ministro La Russa, sarebbe bene che il governo fornisse una parola definitiva sulla vicenda. In caso contrario, non sarebbe sbagliato pensare che l’esecutivo Berlusconi non sia stato informato dall’alleato americano e questo sarebbe davvero grave». Infine il presidente della Provincia, Alessandro Ciriani: «Mi auguro si tratti dell’ennesimo annuncio infondato, ma se così non fosse servirebbe immediatamente un tavolo paritario, per discutere degli scenari futuri della Base».

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