Croazia, l'Aja giudica il generale anti-serbo Gotovina
Tensione per la sentenza sull'alto ufficiale che riconquistò la Krajina. La reazione dei nazionalisti potrebbe pregiudicare l'ingresso nell'Ue

È stato il simbolo della vittoria croata nella Guerra patriottica contro i serbi. La sua vita è già diventata leggenda. Eppure il suo destino è stato molto diverso da quello che ci si potrebbe aspettare da un eroe. Il generale Ante Gotovina, infatti, da qualche anno è ospite del carcere di Scheveningen, separato solo da qualche cella dal criminale serbo-bosniaco Radovan Karadzic. Sul suo capo la peggiore delle incriminazioni: crimini di guerra. E oggi il giudice del Tribunale internazionale dell'Aja per i crimini nella ex Jugoslavia leggerà la sentenza.
Una sentenza politica Ad ascoltare con trepidazione le parole dell'alto magistrato non sarà solo l'imputato Gotovina, ma la Croazia intera. In patria, infatti, lui, il mitico Ante, è sempre rimasto il simbolo della resistenza e della vittoria contro il giogo serbo. Per lui manifestarono in più di centomila a Spalato perché non fosse estradato all'Aja. E in pochi ancora oggi in Croazia hanno digerito la strana parabola di chi considerato eroe in patria è stato catturato e imprigionato come il peggiore dei criminali. La sentenza poi viene a cadere in un momento sociopolitico croato estremamente delicato. Il governo Kosor, che sta producendo gli ultimi sforzi per condurre il Paese nell'Unione europea, è sotto accusa per non essere riuscito a porre rimedio alla disastrosa situazione economica croata. Il gradimento elettorale dell'Hdz, il partito di governo, ha subito negli ultimi giorni un clamoroso tonfo.
Le proteste di piazza si sono susseguite nelle settimane passate tutte contro un esecutivo considerato incapace a reggere le sorti del Paese. E se oggi la sentenza, come probabile, dovesse essere di condanna nei confronti del generale Gotovina, questa sarebbe letta dalla stragrande maggioranza dei croati e a prescindere dal credo politico, come una condanna della comunità internazionale proprio della Guerra patriottica.
Manifestazioni sono già pronte a scattare soprattutto in Dalmazia nelle zone "calde" di Zara e Spalato regione natale di Gotovina. Esiti imprevedibili E la protesta per la condanna del generale si associerebbe inevitabilmente a quella antigovernativa dettata dalla precaria situazione socioeconomica del Paese. Che cosa possa accadere è difficile prevederlo, come è difficile dire in anticipo se il governo targato Hdz della premier Kosor riuscirà a reggere il violento urto. E in ballo, lo ricordiamo, non c'è solo la sopravvivenza dell'esecutivo ma anni di sforzi profusi per ottenere lo status di nuovo Stato dell'Unione europea. Una sentenza, dunque, che avrà sicuramente forti ripercussioni anche dal punto di vista delle relazioni internazionali e sul fin qui ancora precario equilibrio nei Balcani occidentali. Combattente e playboy Quando Ante Gotovina condusse la Croazia a recuperare la regione separatista della Krajina nel 1995, molti dei suoi compatrioti lo vedevano come un eroe.
L'operazione Tempesta durata tre mesi per schiacciare l'auto-proclamata Repubblica Serba di Krajina portò l'ex legionario francese, che un tempo fu condannato per rapina ed estorsione, ai vertici del nazionalismo croato. Ma non passò molto tempo prima che i pubblici ministeri dell'Aja indagassero su crimini di guerra commessi nell'area ex serba. Così ben presto si affermò che l'ormai ex generale Gotovina si era reso responsabile di una campagna di pulizia etnica. Circa 150 civili serbi della Krajina furono uccisi e più di 200mila lasciarono le loro case in lunghe colonne di auto e trattori carichi di beni. Questo fu aggravato dalla distruzione di gran parte delle comunità serba, azione che, secondo i giudici dell'Aja fu attivamente incoraggiata da Gotovina in persona.
Fu così incriminato per crimini di guerra nel 2001, ma negò ogni responsabilità. Vittoria ed esilio Nato il 12 ottobre 1955 vicino a Zara, sulla costa adriatica della Croazia, Ante Gotovina all'età di 16 anni era un militante nella sinistra comunista di Tito. Passò un periodo su una nave mercantile francese prima di entrare nella Legione Straniera, dove si costruì una reputazione di soldato temibile con una grande attrazione verso le belle donne. Combattè in Ciad e trascorse gran parte degli anni 1980 in America Latina, in particolare in Guatemala, dove addestrò i paramilitari alla lotta nella feroce guerra civile di quel paese. Dopo i periodi trascorsi in Paraguay, Colombia, Argentina e Brasile Gotovina alla fine ottenne la cittadinanza francese.
Affinò il suo gusto per la bella vita, le Isole Canarie diventarono per lui un covo regolare, e fu proprio a Tenerife che la polizia spagnola lo arrestò alla fine del 2005. Inizialmente si diresse verso le isole spagnole per riposare le sue ferite di guerra, ma ben presto si iscrisse a un club di parapendio a San Agustin, Gran Canaria, diventando un volto familiare in tutta una serie di resort esclusivi. Nel 1980 ci fu anche uno scandalo. Un tribunale francese lo condannò per rapina ed estorsione, e fu segnalato altresì un suo crescente coinvolgimento nella politica di destra.
Primo fra i suoi alleati fu Franjo Tudjman, il leader nazionalista che più tardi a divenne il primo presidente della Croazia indipendente. E proprio questo lo convinse a ritornare in Croazia nel 1991. La cattura Ante Gotovina salì rapidamente la scala gerarchica militare e comandò le operazioni militari sul fronte bosniaco nel 1994 prima di prendere il controllo dell'operazione Tempesta in seguito alla quale fu accusato di avere omesso di impedire l'uccisione di 150 civili serbi. Nel 2000, il nuovo presidente croato Stjepan Mesic ordinò che Ante Gotovina e altri sei generali in pensione anticipata fossero arrestati dopo aver rifiutato di cooperare con il Tribunale dell'Aja. La Croazia sostiene che egli fuggì in esilio quasi subito, scatenando una caccia all'uomo di quattro anni che è terminò improvvisamente durante una cena del generale in un albergo di Tenerife. Poi l'arresto, la galera e il processo tra le umide brume olandesi. Oggi la sentenza. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
I commenti dei lettori