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Carceri, muore in ospedale Graziano Scialpi. Polemiche sui tempi del ricovero

E' morto all'ospedale di Padova Graziano Scialpi, detenuto nel carcere Due Palazzi e da tempo affetto da un tumore ai polmoni e alla spina dorsale. Ex giornalista, il 21 dicembre 1996 uccise in un appartamento di Trieste la cognata e rese cieca l’allora moglie. Scontava una pena di 30 anni e da un anno chiedeva inutilmente ai medici del carcere di essere sottoposto ad un esame radiologico

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Scialpi a sinistra con Staino 
E' morto nell'ospedale di Padova durante la notte di giovedì Graziano Scialpi, il detenuto che, affetto da un tumore ai polmoni e alla spina dorsale, da un anno chiedeva inutilmente ai medici del carcere 'Due Palazzi di Padova' dove era detenuto di essere sottoposto ad un esame radiologico.

Ex giornalista, il 21 dicembre 1996 uccise a colpi di pistola in un appartamento di viale Miramare la cognata Giovanna Flamigni e rese cieca l’allora moglie Fernanda. E' stato condannato a 30 anni di carcere che stava scontando nel penitenziario di Padova

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A dare la notizia una nota del sito www.radiocarcere.com, che cura la rubrica Radiocarcere di Radio Radicale. "Graziano è stato ucciso - afferma Riccardo Arena che cura il sito  - la sua è infatti una delle tante morti causate dal carcere e dalla negazione del diritto alla salute. Era un anno che Graziano chiedeva di essere curato, da un anno accusava dei terribili dolori. Ma nulla è stato fatto. Nessuna cura. Nessuna analisi. Poi, come raccontato dallo stesso Graziano ai microfoni di Radiocarcere su Radio Radicale, alla fine di agosto si è trovato paralizzato nella sua cella e le sue condizioni erano talmente gravi da non riuscire neanche ad urinare. Solo allora - continua Arena - i medici del carcere Due Palazzi di Padova, si sono decisi a portare Graziano in ospedale, dove gli è stato diagnosticato un tumore ai polmoni e alla spina dorsale".

Giovedì 14 ottobre, verso mezzanotte, Graziano è morto e "la sua storia - conclude la nota - è la storia di un omicidio commesso in carcere e dal carcere".
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