Lui 88 anni, la badante serba 50: "Quel matrimonio non s’ha da fare"
Lui, 88 anni, invalido e non autosufficiente, non sarebbe un "buon partito" se non fosse proprietario di un ingente patrimonio immobiliare: 700mila euro. Lei, badante serba di 50 anni,lo ha accudito per anni e alla fine è riuscita a convincerlo a sposarla. I parenti dell'anziano, però, si sono opposti e la vicenda è finita in tribunale
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TRIESTE. Lo ha accudito per anni, aiutandolo a mangiare, a stendersi nel letto, a lavarsi e a cambiarsi d’abito. Un anno fa gli aveva ha fatto redigere a proprio favore il testamento. Ora invece Blanka F., la badante serba di 50 anni protagonista di questa storia, è riuscita, secondo l’esposto presentato dai parenti ai ai giudici, a convincere il «suo» Franz a sposarla e a dividere con lei il crepuscolo delle loro vite.
Franz ha 88 anni, è invalido, non più autosufficiente. Non sarebbe un «buon partito» se non fosse proprietario di un ingente patrimonio immobiliare. E’ costituito da una bella casa sull’altipiano carsico circondata da terreni edificabili che da soli valgono almeno 700 mila euro. Le pubblicazioni di matrimonio sono già state esposte all’albo del Comune di Trieste ma la vicenda per iniziativa dell’anziana sorella del promesso sposo e della nipote, è finita in Tribunale.
Se ne sta occupando il presidente Arrigo de Pauli che dovrà decidere se dare il «via libera» alle nozze o se bloccare la cerimonia dello scambio degli anelli nell’udienza già convocata per il 6 agosto. Ma l’avvocato Peter Mocnik che assiste i familiari di Franz ha presentato anche un esposto alla Procura della Repubblica perché venga verificato se la badante che vuole farsi sposa, ha eventualmente commesso qualche illecito, travalicando o coartando sistematicamente la volontà del suo maturo spasimante.
Nel documento presentato in Tribunale i familiari di Franz sostengono che durante l’ultimo ricovero in ospedale, l’anziano ha confidato loro di aver paura di Blanka. La badante in quel momento non era presente nella stanza di degenza. Opposta la reazioni del promesso sposo, quando la donna che vuole diventare sua moglie, gli è vicina e lo può controllare. Lui non batte ciglio, non la contraddice mai: anzi ne difende il ruolo e le iniziative come dovrebbero fare tutti i mariti. Questo duplice atteggiamento, secondo i parenti di Franz, dovrebbe essere approfondito a tutti i livelli per evitare l’eventuale «colpo di mano» della donna costituito dal matrimonio.
Per evitare un sempre possibile «blitz», i parenti hanno presentato un’istanza affinché i giudici affianchino all’anziano non più autosufficiente ma ben deciso a convolare a nozze, un amministratore di sostegno. Verrebbero evitare scorrerie uscocche a livello di patrimonio e di conto corrente. Nella pubblicazione esposta all’albo del Comune Franz ovviamente risulta celibe. In effetti nella sua lunga vita non si è mai sposato, non ha figli e non gli si riconoscono relazioni amorose se non perse nella notte dei tempi. Ha sempre lavorato sodo e non ha avuto grilli per la testa.
La badante dopo essersi insediata in casa sua in poco tempo, sempre secondo i parenti, è riuscita a fargli il vuoto attorno. Amici sempre più rari, anche vista la loro età, visite col contagocce e infine porta chiusa per tutti. Già un anno fa i parenti avevano presentato un esposto ai carabinieri sostenendo che la badante lo stava truffando dopo essere riuscita a presentare al Comune una dichiarazione di convivenza sotto lo stesso tetto. Era stata denunciata per circonvenzione di incapace e violenza privata ma l’indagine era finita nel nulla con un decreto di archiviazione.
A un anno di distanza la situazione sembra ripresentarsi, almeno nelle aule del Tribunale. Per il momento invece sembra che la sala matrimonio del Comune, debba attendere momenti migliori e soprattutto con meno ombre e interrogativi sull’effettiva volontà e desiderio di di sposarsi di chi fino a 88 anni di età è riuscito ad evitare di pronunciare il fatidico «sì».
Franz ha 88 anni, è invalido, non più autosufficiente. Non sarebbe un «buon partito» se non fosse proprietario di un ingente patrimonio immobiliare. E’ costituito da una bella casa sull’altipiano carsico circondata da terreni edificabili che da soli valgono almeno 700 mila euro. Le pubblicazioni di matrimonio sono già state esposte all’albo del Comune di Trieste ma la vicenda per iniziativa dell’anziana sorella del promesso sposo e della nipote, è finita in Tribunale.
Se ne sta occupando il presidente Arrigo de Pauli che dovrà decidere se dare il «via libera» alle nozze o se bloccare la cerimonia dello scambio degli anelli nell’udienza già convocata per il 6 agosto. Ma l’avvocato Peter Mocnik che assiste i familiari di Franz ha presentato anche un esposto alla Procura della Repubblica perché venga verificato se la badante che vuole farsi sposa, ha eventualmente commesso qualche illecito, travalicando o coartando sistematicamente la volontà del suo maturo spasimante.
Nel documento presentato in Tribunale i familiari di Franz sostengono che durante l’ultimo ricovero in ospedale, l’anziano ha confidato loro di aver paura di Blanka. La badante in quel momento non era presente nella stanza di degenza. Opposta la reazioni del promesso sposo, quando la donna che vuole diventare sua moglie, gli è vicina e lo può controllare. Lui non batte ciglio, non la contraddice mai: anzi ne difende il ruolo e le iniziative come dovrebbero fare tutti i mariti. Questo duplice atteggiamento, secondo i parenti di Franz, dovrebbe essere approfondito a tutti i livelli per evitare l’eventuale «colpo di mano» della donna costituito dal matrimonio.
Per evitare un sempre possibile «blitz», i parenti hanno presentato un’istanza affinché i giudici affianchino all’anziano non più autosufficiente ma ben deciso a convolare a nozze, un amministratore di sostegno. Verrebbero evitare scorrerie uscocche a livello di patrimonio e di conto corrente. Nella pubblicazione esposta all’albo del Comune Franz ovviamente risulta celibe. In effetti nella sua lunga vita non si è mai sposato, non ha figli e non gli si riconoscono relazioni amorose se non perse nella notte dei tempi. Ha sempre lavorato sodo e non ha avuto grilli per la testa.
La badante dopo essersi insediata in casa sua in poco tempo, sempre secondo i parenti, è riuscita a fargli il vuoto attorno. Amici sempre più rari, anche vista la loro età, visite col contagocce e infine porta chiusa per tutti. Già un anno fa i parenti avevano presentato un esposto ai carabinieri sostenendo che la badante lo stava truffando dopo essere riuscita a presentare al Comune una dichiarazione di convivenza sotto lo stesso tetto. Era stata denunciata per circonvenzione di incapace e violenza privata ma l’indagine era finita nel nulla con un decreto di archiviazione.
A un anno di distanza la situazione sembra ripresentarsi, almeno nelle aule del Tribunale. Per il momento invece sembra che la sala matrimonio del Comune, debba attendere momenti migliori e soprattutto con meno ombre e interrogativi sull’effettiva volontà e desiderio di di sposarsi di chi fino a 88 anni di età è riuscito ad evitare di pronunciare il fatidico «sì».
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