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Solo 238 badanti in regola da inizio anno

In diminuzione il numero di contratti stipulati. Tante lavoratrici rischiano di dover lasciare l'Italia

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Sono 238 i regolari contratti di lavoro per assistente familiare stipulati dall'inizio dell'anno a Trieste. È evidente: i conti non tornano. Gli "irregolari" sono tantissimi, il sommerso è consistente.

Basta pensare a quante sono nella nostra città le donne che giorno dopo giorno, 24 ore su 24, accudiscono persone anziane, più o meno autosufficienti. O ancora a quante famiglie si affidano ad una colf per rimettere a posto la casa, stirare le camicie, preparare il pranzo. Croate, bosniache, montenegrine, moldave o colombiane costrette a lasciare la famiglia per venire a Trieste a guadagnarsi uno stipendio che permetta loro di mantenere tutti i rispettivi congiunti. In molte partono all'alba per raggiungere la città dai loro paesi d'origine, altre lasciano definitivamente affetti e casa per stabilirsi in terra triestina in pianta stabile. Dai 700 ai mille e 200 euro al mese lo stipendio di una badante.

Dipende se si includono anche il vitto e l'alloggio, ovvero se la badante vive giorno e notte con l'anziano o il malato da accudire. La retribuzione cambia anche in base all'esperienza: se una persona è in grado di fare un'iniezione, una medicazione, se ha competenze infermieristiche insomma. Il loro tempo libero si concentra in mezza giornata alla settimana. E nel loro cuore c'è un unico desiderio: quello di tornare nei loro paesi quanto prima. Dai 6 ai 10 euro la tariffa oraria per una donna delle pulizie. Spesso sono le stesse badanti o le colf a preferire un contratto di lavoro in nero: il datore risparmia sui contributi e in cambio offre qualche euro in più. E una montenegrina, magari vedova e con tre figli da mantenere, con 100 euro in più al mese mette insieme il pranzo con la cena per l'intera famiglia. Una camerunense manda a scuola almeno tre fratelli.

A Trieste a rivestire il ruolo di badante o di colf sono, nel 90 per cento dei casi, donne. Arrivano principalmente dalla Slovenia, dalla Croazia, dalla Serbia e dalla Romania. In crescita anche il numero delle colombiane, delle nigeriane e delle camerunensi.

Analizzando i dati dello Sportello del lavoro emerge che i contratti regolari siano in diminuzione. «Nel mese di luglio i contratti per assistenti familiari stipulati nella nostra provincia sono stati 36 - precisa Adele Pino, assessore provinciale alle Politiche del Lavoro -. Di questi, cinque riguardavano uomini e ventuno donne. Purtroppo - avverte - l'andamento registra un decremento». Decremento confermato anche dall'Agenzia regionale del lavoro che, nel rapporto sulle assistenti familiari stilato a fine giugno, riferisce di un primo trimestre 2009 caratterizzato da una progressiva crescita (103 i contratti stipulati), e di una performance nel secondo trimestre che con soli 82 contratti cambia direzione.

Sono invece centinaia le assistenti familiari che si recano allo Sportello del Lavoro per chiedere informazioni o per compilare la loro scheda di iscrizione. Dall'inizio dell'anno al 31 luglio si sono presentate 1.298 persone: di queste 583 hanno riempito la scheda di iscrizione rendendosi disponibili a lavorare a Trieste come badanti. Nello stesso periodo, le famiglie triestine che si sono presentate a quello che un tempo era l'ufficio del Lavoro, per prendere contatti con una persona regolarmente iscritta e disposta ad assistere questo o quel parente in difficoltà, sono state 716.

«La sensazione - sottolinea l'assessore Pino - è che spesso le famiglie non regolarizzino le assistenti familiari per paura delle incombenze burocratiche. Noi cerchiamo di agevolarli proprio in questo, assistendoli passo passo e semplificando loro l'intero iter». Ma ora, con la nuova legge 102/2009, la regolarizzazione di colf e badanti è diventata obbligatoria: pena il reato di clandestinità. Per i datori di lavoro inizia così il conto alla rovescia. Come pure per molti lavoratori e lavoratrici che, se non messi in regola, non potranno più restare a lavorare nel territorio italiano. Per tutto il mese di settembre i datori di lavoro potranno inoltrare le domande per la sanatoria facendo quindi emergere dalle condizioni di irregolarità lavorativa sia le badanti sia le domestiche. Il tutto per via telematica contattando il sito internet del ministero dell'Interno.
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