Rinaldini: "Confindustria e governo approfittano della crisi"
Il gruppo di Bono: "È una deriva politica". In corteo anche il segretario di Rc Ferrero
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TRIESTE. «La vertenza Fincantieri è di assoluto rilievo. Confindustria e il governo stanno approfittando della crisi economica per fare accordi separati contro i lavoratori»: da Bruxelles il segretario generale della Fiom Gianni Rinaldini lancia il guanto di sfida mentre oggi a Trieste si svolgerà la manifestazione nazionale organizzata dai metalmeccanici nell’ambito della dura vertenza sul contratto integrativo del gruppo triestino. Fincantieri attacca la Fiom colpevole di avere trasformato la vertenza nel «campo di battaglia di una guerra di classe». E a Trieste si stigmatizza il fatto che alla manifestazione di oggi partecipi anche il segretario nazionale di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero. La conferma, avvertita ai piani alti del gruppo triestino, che la vicenda si sia trasformata in una «deriva politica». Rinaldini replica: «A Trieste è stato sottoscritto un accordo un accordo da parte di alcune organizzazioni sindacali senza la firma della Rsu e della Fiom e quindi della maggioranza dei lavoratori: l’unica alternativa è il referendum».
Il segretario generale della Fiom è convinto che l’intensità della crisi si stia aggravando: «Sta aumentando la cassa integrazione in siderurgia. Mi sembra un segnale grave. È una crisi drammatica e sconosciuta dal dopoguerra in poi. Nonostante ciò non c’è stato da parte del governo alcun intervento per affrontare l’emergenza sociale che abbia le stesse caratteristiche degli interventi che invece sono stati decisi per il sistema finanziario». Rinaldini considera così la vertenza Fincantieri come una conseguenza diretta dell’accordo separato del luglio scorso sulla riforma contrattuale che ha escluso la Cgil di Epifani: «È un fatto grave che non ha precedenti nella storia del Paese e inevitabilmente avrà ricadute sui contratti. Confindustria e governo hanno fatto una scelta irresponsabile». Ma il sindacato resta diviso.
A Trieste si sottolinea che nei vari stabilimenti del gruppo (da Sestri a Palermo) anche le Rsu della Fiom stanno sottoscrivendo gli accordi previsti dall’integrativo. La Fiom rilancia e propone il «modello Piaggio» anche a Trieste: «Facciamo un referendum nelle fabbriche». «Ci siamo confrontati con cinque piattaforme diverse -replica la Fincantieri- e questo è un accordo approvato da Fim, Uilm e Ugl che riteniamo soddisfacente. I benefici salariali si sono già visti per tutti i lavoratori nella busta paga di aprile. La vertenza ha assunto una deriva politica. È il momento di tornare a parlare del futuro di questa azienda e delle commesse».
Negli stabilimenti del gruppo la tensione è molto alta. E sembra a rischio anche la cerimonia di consegna all'armatore della nave Costa Pacifica, prevista nello stabilimento di Genova Sestri Ponente per il 29 prossimo. Sarà bloccata come successo a Marghera per Costa Luminosa? «Dopo lo sciopero e la manifestazione di Trieste, Fincantieri manderà dei segnali. A quel punto decideremo», ha detto ieri Costanzo Camillo, coordinatore regionale della Fiom-Cgil di Genova. Il nodo della contesa è il premio di efficienza proposto dall’azienda: «La nostra manifestazione sarà assolutamente pacifica sostenuta dalla maggioranza dei lavoratori. Chiediamo che Fincantieri torni indietro rispetto alle sue decisioni», dice Gianpaolo Roccasalva, segretario regionale delle tute blu della Cgil. Il segretario della Cgil del Friuli Venezia Giulia Gianfranco Belci, difende la linea intransigente della Fiom: «Si è comportata con responsabilità e equilibrio. La Fincantieri di Bono invece mostra i muscoli in modo per noi incomprensibile. Da un lato il gruppo triestino lancia messaggi tranquillizzanti sullo stato delle commesse nonostante la crisi. Allo stesso tempo si comporta come se volesse incrinare le relazioni sindacali. La Fiom non accetta un modello che riproduce gli schemi dei contratti d’appalto. L’ad di Fincantieri Bono deve riflettere sulla possibilità che si torni tutti a discutere intorno a un tavolo. Oppure prevalga la linea del referendum nelle fabbriche il cui esito accetteremmo senza discussione». Per la Uilm «è stato giusto firmare il contratto integrativo alla Fincantieri».
In una nota diffusa a Trieste il sindacato precisa che «se non avessimo responsabilmente sottoscritto l' intesa, oggi i lavoratori di Fincantieri avrebbero percepito meno salario». E un appello ai dipendenti Fincantieri a non aderire allo sciopero viene rivolto dal segretario nazionale della Uilm Giovanni Contento, secondo il quale la Fiom punta a «distruggere Fincantieri». Secondo la Uilm «i benefici che l'accordo ha prodotto sono stati visibili a tutti già dall'ultima busta paga, a dispetto di chi continua a sostenerne tutte le nefandezze possibili e immaginabili». Intanto il tribunale di Ancona ha condannato la Fincantieri per comportamento antisindacale, riconoscendo che lo sciopero a singhiozzo contro il contratto integrativo proclamato il 16 e 19 gennaio scorsi dalla Fiom-Cgil era legittimo. Fincantieri ricorrerà contro la condanna: «È una sentenza che riconosce la normale dialettica fra parte datoriale e sindacale in fase di rinnovo del contratto».
Il segretario generale della Fiom è convinto che l’intensità della crisi si stia aggravando: «Sta aumentando la cassa integrazione in siderurgia. Mi sembra un segnale grave. È una crisi drammatica e sconosciuta dal dopoguerra in poi. Nonostante ciò non c’è stato da parte del governo alcun intervento per affrontare l’emergenza sociale che abbia le stesse caratteristiche degli interventi che invece sono stati decisi per il sistema finanziario». Rinaldini considera così la vertenza Fincantieri come una conseguenza diretta dell’accordo separato del luglio scorso sulla riforma contrattuale che ha escluso la Cgil di Epifani: «È un fatto grave che non ha precedenti nella storia del Paese e inevitabilmente avrà ricadute sui contratti. Confindustria e governo hanno fatto una scelta irresponsabile». Ma il sindacato resta diviso.
A Trieste si sottolinea che nei vari stabilimenti del gruppo (da Sestri a Palermo) anche le Rsu della Fiom stanno sottoscrivendo gli accordi previsti dall’integrativo. La Fiom rilancia e propone il «modello Piaggio» anche a Trieste: «Facciamo un referendum nelle fabbriche». «Ci siamo confrontati con cinque piattaforme diverse -replica la Fincantieri- e questo è un accordo approvato da Fim, Uilm e Ugl che riteniamo soddisfacente. I benefici salariali si sono già visti per tutti i lavoratori nella busta paga di aprile. La vertenza ha assunto una deriva politica. È il momento di tornare a parlare del futuro di questa azienda e delle commesse».
Negli stabilimenti del gruppo la tensione è molto alta. E sembra a rischio anche la cerimonia di consegna all'armatore della nave Costa Pacifica, prevista nello stabilimento di Genova Sestri Ponente per il 29 prossimo. Sarà bloccata come successo a Marghera per Costa Luminosa? «Dopo lo sciopero e la manifestazione di Trieste, Fincantieri manderà dei segnali. A quel punto decideremo», ha detto ieri Costanzo Camillo, coordinatore regionale della Fiom-Cgil di Genova. Il nodo della contesa è il premio di efficienza proposto dall’azienda: «La nostra manifestazione sarà assolutamente pacifica sostenuta dalla maggioranza dei lavoratori. Chiediamo che Fincantieri torni indietro rispetto alle sue decisioni», dice Gianpaolo Roccasalva, segretario regionale delle tute blu della Cgil. Il segretario della Cgil del Friuli Venezia Giulia Gianfranco Belci, difende la linea intransigente della Fiom: «Si è comportata con responsabilità e equilibrio. La Fincantieri di Bono invece mostra i muscoli in modo per noi incomprensibile. Da un lato il gruppo triestino lancia messaggi tranquillizzanti sullo stato delle commesse nonostante la crisi. Allo stesso tempo si comporta come se volesse incrinare le relazioni sindacali. La Fiom non accetta un modello che riproduce gli schemi dei contratti d’appalto. L’ad di Fincantieri Bono deve riflettere sulla possibilità che si torni tutti a discutere intorno a un tavolo. Oppure prevalga la linea del referendum nelle fabbriche il cui esito accetteremmo senza discussione». Per la Uilm «è stato giusto firmare il contratto integrativo alla Fincantieri».
In una nota diffusa a Trieste il sindacato precisa che «se non avessimo responsabilmente sottoscritto l' intesa, oggi i lavoratori di Fincantieri avrebbero percepito meno salario». E un appello ai dipendenti Fincantieri a non aderire allo sciopero viene rivolto dal segretario nazionale della Uilm Giovanni Contento, secondo il quale la Fiom punta a «distruggere Fincantieri». Secondo la Uilm «i benefici che l'accordo ha prodotto sono stati visibili a tutti già dall'ultima busta paga, a dispetto di chi continua a sostenerne tutte le nefandezze possibili e immaginabili». Intanto il tribunale di Ancona ha condannato la Fincantieri per comportamento antisindacale, riconoscendo che lo sciopero a singhiozzo contro il contratto integrativo proclamato il 16 e 19 gennaio scorsi dalla Fiom-Cgil era legittimo. Fincantieri ricorrerà contro la condanna: «È una sentenza che riconosce la normale dialettica fra parte datoriale e sindacale in fase di rinnovo del contratto».
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