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Ancora forti scosse, oggi i funerali di Stato

Sono 287 le vittime accertate. Berlusconi: «Per ricostruire L’Aquila ci vorranno anni»

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L’AQUILA Non dà tregua il mostro che ha messo in ginocchio l’Abruzzo. La terra ha continuato a tremare anche ieri, ripetutamente, a volte ancora con violenza. Non c’è pace per i 29 mila sfollati che con il terremoto hanno perso tutto. Ogni scossa rinnova la paura e il dolore, scuote i nervi di chi è già provato. È una delle anomalie di questi giorni.

Mai in passato a un evento così devastante avevano fatto seguito scosse così significative e ravvicinate. E impensierisce i geologi anche il fatto che, dalla notte fra mercoledì e giovedì, l’epicentro si è spostato a nord dell’Aquila, interessando i Comuni di Campotosto, Pizzoli, Barete, Capitignano e Montereale.
Oggi intanto tutto l’Abruzzo, ma anche l’intera Italia, si stringerà intorno ai suoi morti all’Aquila.

Saranno fra 150 e 200 le bare schierate nel cortile interno della scuola della Guardia di Finanzia per ricevere l’omaggio dei funerali solenni. Delle 289 vittime finora accertate, più di 80 salme sono infatti già state riconsegnate ai familiari che hanno deciso di far svolgere altrove il funerale. E dopo il rito cattolico si svolgerà una breve cerimonia islamica, per le sei vittime musulmane, tra le quali due palestinesi. La cerimonia, prevista per le 11, sarà celebrata dal cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato Vaticano, insieme all’arcivescovo dell’Aquila Giuseppe Molinari. E a concelebrare saranno chiamati tutti i sacerdoti ed i parroci delle numerose chiese danneggiate o distrutte dal terremoto.

Ci sarà il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che ieri ha avvertito che per ricostruire il centro della città «ci vorranno anni, non mesi» e soprattutto «non uno, ma decine di miliardi». E ci saranno i presidenti di Camera e Senato, Gianfranco Fini e Renato Schifani, il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, e Gianni Letta.

Alla cerimonia è previsto l’ingresso di otto parenti per ciascuna salma, circa 1.600 persone quindi, che avranno tutte il posto a sedere. Nell’enorme piazzale, che secondo la Guardia di Finanza può contenere, considerando la schiera dei duecento feretri, almeno diecimila persone, l’accesso sarà consentito a partire dalle 6 del mattino, mentre dalle 7 avrà luogo lo spostamento delle bare dalla morgue alla piazza. A rendere le cose meno facili, l’arrivo dato per certo della pioggia.

Nelle zone terremotate continua intanto l’opera di soccorso e assistenza. Ieri nella tendopoli dell’Aquila è arrivato un signore per segnalare alla Protezione civile che ci sarebbe un paesino di 100 abitanti, Termini di Cagnano, dove ancora non sarebbero arrivate né tende, né cibo. In una riunione fra prefetto, questore e i vertici delle forzi di sicurezza, è invece stato deciso che i militari affiancheranno la polizia, in pattuglie miste per la sorveglianza anti-sciacalli. In molti chiedono però di non rassegnarsi e di continuare a scavare. Ieri è stato interpretato come un segnale positivo il fatto che a Onna siano riemersi dalle macerie degli agnellini ancora vivi. Un’ultima flebile speranza che sia possibile recuperare ancora qualcuno in vita. E ci sono anche i primi, timidi segnali di ritorno alla vita, all’ingreso dell’Aquila ha riaperto il centro commerciale «L’Aquilone».
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