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Friuli Venezia Giulia: aumenta chi sceglie di vivere all’estero. I dati per comune e per provincia

Sono quasi 200mila i friulani che risiedono stabilmente all’estero, la maggior parte hanno tra i 18 e i 49 anni e il loro numero è in continua crescita. I dati del rapporto Migrantes 2020, scorporati per provincia e per comune

3 minuti di lettura

Da terra di immigrazione a terra di emigrazione. È una diaspora silenziosa quella fotografata dal rapporto Migrantes sugli Italiani del mondo, l’istantanea di una terra che non riesce più da tempo a tenersi stretti i suoi talenti, dare speranza ai propri lavoratori, puntare sulle pari pari opportunità per tutti. Evidenze che lasciano spesso una sola alternativa: chiudere la porta di casa e cercare fortuna fuori dal Belpaese. Una emorragia silenziosa che ha coinvolto dal 2006 quasi due milioni e mezzo di italiani (i nostri connazionali all’estero sono oggi 5.5 milioni) con un aumento percentuale vertiginosi pari al +76.6%. 

E, in controtendenza rispetto alla media nazionale, sono le donne a scegliere di risiedere maggiormente all’estero in Regione (94.469 contro 94.262). Nel complesso parliamo di 180.000 i friulani, il 3,4% di tutti gli italiani iscritti all’Aire. Parliamo prevalentemente di giovani e adulti con un’età compresa tra i 18 e i 34 anni (20.5%) e tra i 34 e il 49 anni (22 %) . Percentuali rilevanti, ma inferiori al resto del Paese, che vedono una larghissima fetta di giovani tra i 18 e i 34 anni (più del 40%) costretti a lasciare lo Stivale per cercare fortuna altrove, ma si tratta di una media comunque consistente. 

E il flusso, a livello nazionale, sembra aumentare specie per i giovani: segno di un Paese percepito dai più come stagnante e non in grado di fornire alternative valide di crescita umana e professionale. Nel 2020 i cittadini tra i 18 e i 34 anni che hanno deciso di lasciare stabilmente l’Italia sono aumentati del +40.9% rispetto all’anno precedente, gli adulti tra i 34 e i 49 anni del +23.9%. E malgrado la retorica sulla “fuga dei cervelli” l’esodo non riguarda solo laureati o giovani con alte specializzazioni. Perché,  se rispetto al 2006 la percentuale di chi si è spostato all’estero con titolo alto (laurea o dottorato) è cresciuta del +193,3%, per chi lo ha fatto con in tasca un diploma l’aumento è stato di ben 100 punti decimali in più (+292,5%), segno di un Paese che fa sempre più fatica da un lato a valorizzare i talenti e le eccellenze, dall’altro a fornire professioni, opportunità e salari dignitosi a tutti. 

Una dinamica che tocca in parte anche una realtà industriale come il Friul che getta ombre su quella che sarà la transizione post-Covid. 
 
 
Ed è naturalmente Trieste, capoluogo di regione e città a forte vocazione internazionale a far registrare un record assoluto a livello regionale, ma anche nazionale. Con un’incidenza del 15.6% della popolazione iscritta all’Aire, Trieste è la prima città italiana per residenti all’estero, seguita da Roma (11.7%) e Trento (10%). Sono ben 31.600 i triestini che vivono stabilmente all’estero. Ma è la provincia di Pordenone, con una percentuale del 18.3% rispetto agli abitanti, seguita da quella di Udine (15,7%) a costituire le aree dove si trovano, in proporzione più residenti all’estero. 
 
 
Del resto è un comune sparso dell’udinese, Drenchia: composto da soli 102 abitanti, oltre 200 vivono stabilmente all’estero.  Ma dove risiedono i friulani nel mondo?
 
 
I dati ricalcano in larga parte il quadro della nostra immigrazione storica con Argentina, Francia e Svizzera come mete d’elezione, ma il trend sembra cambiare rapidamente. A livello nazionale, dal 2006, si riscontra infatti il boom di nuove mete per i nostri connazionali molto diverse da quelle che avevano caratterizzato il ‘900. In particolare aumentano di molto gli afflussi verso Malta (+632,8%), Portogallo (+399,4%), Irlanda (+332,1%), Norvegia (+277,9%) e Finlandia (+206,2%). Una dinamica in parte intuibile anche nel totale degli iscritti all’Aire della regione: più di 12mila friulani sono stati sensibili al richiamo della vicina Croazia. I flussi tendono a seguire le opportunità e le occasioni disegnate dal nuovo mondo globalizzato: un universo che è in continua mutazione e che rende inutilizzabile carte e rotte di appena una manciata di anni fa. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 

 

 

 

I dati ricalcano in larga parte il quadro della nostra immigrazione storica con Argentina, Francia e Svizzera come mete d’elezione, ma il trend sembra cambiare rapidamente. A livello nazionale, dal 2006, si riscontra infatti il boom di nuove mete per i nostri connazionali molto diverse da quelle che avevano caratterizzato il ‘900. In particolare aumentano di molto gli afflussi verso Malta (+632,8%), Portogallo (+399,4%), Irlanda (+332,1%), Norvegia (+277,9%) e Finlandia (+206,2%). Una dinamica in parte intuibile anche nel totale degli iscritti all’Aire della regione: più di 12mila friulani sono stati sensibili al richiamo della vicina Croazia. I flussi tendono a seguire le opportunità e le occasioni disegnate dal nuovo mondo globalizzato: un universo che è in continua mutazione e che rende inutilizzabile carte e rotte di appena una manciata di anni fa. 

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