TRIESTE Trovare ispirazione nell’ufficio a sei colonne dello zio Lev Trockij al Cremlino e compiacersi in versi dei quattro formidabili telefoni sul tavolo. È l’epoca del bolscevismo trionfante e una poetessa di talento, riesce ad attraversare indenne, nonostante la scomoda parentela, cursus honorum indefettibile, un sanguinoso arco di secolo russo, dalla Rivoluzione di Lenin alla stagnazione di Breznev. Un mistero, o un miracolo favorito dall’incrollabile fede nel partito, eppure dagli accenti purissimi, come si può leggere dal diario di Vera Inber “Quasi tre anni.
Diario autocensurato di Vera Inber, la poetessa combattente che visse l’assedio di Leningrado

Leningrado 1943, foto Archivio Agf
Esce in italiano edita da Guerini la cronaca dei tre anni, dal 1941 al ’44 di strenua lotta contro i nazisti. Un testo edulcorato dalla stessa autrice