L’albo d’oro del premio “Medaglia Beato Angelico, Patrono Universale degli Artisti” si arricchisce con il nome di un triestino: Jolando Scarpa, veneziano di nascita, è stato insignito del riconoscimento in occasione di un concerto d’organo alla Basilica di Santa Maria Novella a Firenze. Finora, l’associazione “Beato Angelico per il Rinascimento” ha conferito la Medaglia a 55 artisti, tra cui Franco Zeffirelli, Andrea Bocelli, Lina Wertmüller, Pupi Avati, Massimo Ranieri, Riccardo Cocciante e Claudia Koll. Per la prima volta - era il 2002 - venne assegnata al grande baritono Rolando Panerai, scomparso nell’ottobre dello scorso anno. Da allora, il premio è attribuito a quegli artisti che, “consapevoli del fatto che l’Arte non dovrebbe esser fine a se stessa o finalizzata unicamente all’accrescimento della propria fama o ricchezza personale, operano per diffondere nel mondo la luce della spiritualità attraverso i propri talenti”.
Scarpa ha ricevuto il riconoscimento “perché eccellente organista e musicologo acclamato in tutta Europa”: oltre che organista, Scarpa è clavicembalista, ma soprattutto compie un’attività di ricerca riportando alla luce interessanti manoscritti inediti e stampe rare di musiche vocali e strumentali di compositori del periodo rinascimentale e barocco italiano, tedesco e francese, dedicandosi in particolare alla riscoperta e all’esecuzione delle musiche dei quattro grandi Ospedali veneziani sulle quali è ritenuto uno tra i principali studiosi.
A Trieste, vive da quattro anni, «ma è sempre stata la mia città-mito - racconta -. Le mie origini sono veneziane da parte paterna e friulane da parte materna. Mi sento ancora legato intimamente a un paesetto del Pordenonese: in questa frazione di Azzano Decimo, Fagnigola, ho passato i più bei momenti della mia infanzia conoscendo anche un lontano parente di mia madre, lo scultore Marcello Mascherini».
Negli anni, Trieste è diventata il suo rifugio. «Del resto - afferma - il mio vero maestro è stato il compositore triestino Raffaele Cumar, la cui sconfinata conoscenza mi ha contagiato per sempre spronandomi in quella ricerca a tutto tondo nel mondo della musica che ha posto successivamente le basi alla mia intensa attività editoriale con case editrici austriache e tedesche. In seguito, frequentando assiduamente il variegato mondo protestante, ho tenuto diversi concerti a Gorizia (dove anche ho predicato nella locale chiesa metodista) e coltivato numerose amicizie, tra cui quella con il compianto maestro Giuseppe Zudini. Da lui sono stato invitato più volte a suonare nella rassegna “Ottobre Organistico” che si svolgeva nella Basilica di San Silvestro».
Per il futuro, sull’onda della soddisfazione per la Medaglia Beato Angelico, i propositi non mancano. «In un contesto fortemente ecumenico qual è quello triestino - racconta ancora Jolando Scarpa - mi piacerebbe dedicarmi come musicologo, ma anche come credente cristiano, alla riscoperta della produzione di diversi compositori del periodo barocco attivi in quell’area geografica chiamata “Litorale”. Un esempio? Le magniloquenti Messe e i Mottetti del cattolico Gabriel Sponga-Usper (allievo a Venezia di Andrea Gabrieli). E poi vorrei restituire alla dignità dell’ascolto i dimenticati Mottetti dell’austriaco protestante Isaac Posch. Infine, mettere in evidenza quanto alcuni compositori italiani del ‘700 fecero per “riformare”, ossia rendere più consona ai tempi, la musica delle liturgie ortodosse». —