Cinquanta scatti per rileggere la vita e la storia di Trieste
Oggi l’inaugurazione all’Alinari Image Museum. Le firme più note accanto ad autori anonimi

TRIESTE Rileggere Trieste, la sua vita e la sua storia attraverso una cinquantina d’immagini di grande fascino e qualità: è questo l’«Omaggio a Trieste da Alinari a Wulz», che la Fratelli Alinari, Fondazione per la storia della fotografia, propone all’Aim-Alinari Image Museum del bastione Fiorito del castello di San Giusto. La rassegna, curata da Emanuela Sesti e Marianna Accerboni, si apre martedì 25 settembre alle 17.30 con un’inaugurazione a invito e rimarrà visitabile fino al 28 ottobre.
E mentre l’omaggio fotografico alla città, espresso attraverso foto stampate su carta secondo il metodo analogico, è allestito nella sala temporanea di questo straordinario museo d’avanguardia, nella parte multimediale viene proiettata, a grande richiesta, la mostra “Lampi di immagini sul Friuli-Venezia Giulia”, che propone gli scatti dei più prestigiosi protagonisti della fotografia del Friuli Venezia Giulia, custoditi negli Archivi Alinari.
L’omaggio a Trieste è declinato attraverso un’oculata selezione d’immagini provenienti dall’immenso archivio Alinari (la più antica azienda al mondo operante nel campo della fotografia, che dispone di un patrimonio di 5.000.000 fotografie di proprietà) e siglate, accanto ad autori anonimi, da alcune tra le firme più interessanti del panorama regionale, nazionale e internazionale, con delle punte di diamante quali gli stessi Alinari e George Tatge, innamorato della città, Italo Zannier e i Wulz, i Pozzar, Enzo Gomba e Donato Riccesi, e ancora Luciano Morpurpo, Ferdinando Pasta, Maria Orioli, Antonio Zamberlan, Ernesto Mioni e Marino Sterle. A testimoniare il pulsare della vita a Trieste dagli anni ’70 dell’800 al 2000, le sue raffinate architetture “imperiali”, da primo porto dell’Austro-Ungheria e secondo porto in Europa dopo Marsiglia, i fervidi commerci che vi si svolgevano allora, ma anche quell’atmosfera d’incanto da porto mediterraneo del Nord, che oggi sta riportando la città all’attenzione internazionale.
E dalle persiane socchiuse sulle piazze tranquille di un tempo, s’intuisce anche il fascino della Trieste letteraria e della sua cultura, in cui s’intrecciano molteplici idiomi. Un appeal che, se i fotografi-artisti del passato hanno colto in bianco e nero, è testimoniato oggi con grande sensibilità cromatica dai maestri dell’arte del terz’occhio del secondo ’900 presenti in mostra.
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