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Brizzi apre la Notte dei Lettori

Domani a Udine presenta il suo ultimo libro, “Tu che sei di me la miglior parte”

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Si chiama “La notte dei lettori” ma copre due giorni interi, da domani a sabato: una sessantina di appuntamenti in 14 stazioni di lettura nel centro di Udine, con ospiti come Luigi Lo Cascio, Jack Hirschman, Loredana Lipperini, Vasco Brondi. Tra gli incontri più attesi quello di domani alle 18: alla Stazione Loggia del Lionello ci sarà l’evento speciale per l’apertura della quinta edizione dell’iniziativa, con Enrico Brizzi che dialogherà con il giornalista e conduttore tv Christian Mascheroni.

Lo scrittore bolognese racconterà la sua vita da lettore e presenterà il suo romanzo “Tu che sei di me la miglior parte”, appena uscito per Mondadori: «Bologna, dal 1982 al ’92 – spiega l’autore – c’è molta musica, le tentazioni di quegli anni (il rock’n’roll, le sostanze, lo stadio), una storia d’amore che va avanti a lungo. Un triangolo tra Tommy, Ester che suona il basso e Raul che è il compagno ripetente, super punk e ribelle, sgamatissimo, fuma e sta fuori la sera. Formano una strana banda, la ragazza piace a tutti e due. Lei preferisce Raul che è più figo ma anche una testa di minchia, negli anni combina un sacco di guai ed Ester cambia la valutazione sui due. L’esplosione finale ha a che fare con l’estate che li lega nei loro 18 anni».

“Jack Frusciante è uscito dal gruppo”, il suo debutto del 1994 ha lasciato il segno: «Il pubblico di Dylan impazzisce quando fa “Mr Tambourine Man”, ai concerti dei Rolling Stones va via deluso se non fanno “Satisfaction”, la gente - dice Brizzi - è abitudinaria. E il sistema mediatico si autoalimenta, tu presenti un libro nuovo e il giornale titola “Jack Frusciante è tornato nel gruppo”, di conseguenza nell’intervista dopo ti chiedono se la cosa ti pesa. Se sei molto vanitoso può essere frustrante ma alla fine, con un po’ di cinismo, fa comodo perché sei riconoscibile. Si dovrebbero preoccupare quelli che non hanno un esordio ingombrante alle spalle e la gente si chiede “ma chi è questo?”. Non passo molto tempo a pensare a me stesso e quindi non mi pesa. Mi fa ridere, perché sono passati 24 anni e poco fa ero con le mie figlie – la più grande è alle superiori – e alla reception dell’albergo mi hanno ringraziato per quel libro. A me piace fare questo mestiere, poi che mi si ricordi per un libro o per l’altro non cambia, i libri quando partono diventano dei lettori».

Dell’incontro con il chitarrista dei Red Hot Chili Peppers ricorda: «Vennero in Italia poco dopo che il mio romanzo era uscito e ricevettero molte domande dai giornalisti italiani a tal proposito. Qualcuno ne regalò una copia a Frusciante che si fece tradurre alcuni passaggi e tutti continuavano a dirgli “ma guarda che non è un libro su di te!”. Passano dieci anni, sono a Milano e un giornale mi chiede di intervistarlo. Abbiamo passato un’ora insieme, è stato divertente, lui è un personaggio sui generis – ma chi non lo è? Continuava a dirmi “you have beautiful eyes, you are a sincere guy”, mi lodava perché mi riteneva una persona sincera. Un incontro piacevole e scritto nel destino».

La musica è centrale nei suoi libri come nei suoi aneddoti. Uno per tutti? Un incidente a un concerto degli Afterhours: «Non sono tanto alto e avevo a fianco questo cristone che mi diede una gomitata e mi spaccò il naso durante il pogo, a un metro da Manuel Agnelli, in prima fila. Era un’età in cui ti levavi la maglietta e la tenevi a tamponarti il naso e non ti veniva neanche in mente di andare via prima della fine». Tra le passioni di Enrico Brizzi anche quella del cammino, che lo ha portato a fare il giro delle Tre Venezie a piedi: «Nel 2013 ho camminato da Venezia, risalito in parte il Piave, Treviso, Pordenone, Codroipo, Monfalcone, Gorizia e arrivo a Trieste, dove pioveva molto. Appena cominciata la discesa di Scala Santa si aprì il cielo e arrivammo sul Molo Audace da trionfatori, bagnati fradici con zaini in spalla, in una città straordinaria. Birra finale in Piazza Unità».

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