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Incontri de “Il Piccolo” a Cormonslibri con Andrea Tarabbia

di EDOARDO MARCHI Una storia tenebrosa, sconcertante, appassionante. È quella che racconta Andrea Tarabbia nel suo romanzo “Il giardino delle mosche”, pubblicato da Ponte alle Grazie e che quest’anno...

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di EDOARDO MARCHI

Una storia tenebrosa, sconcertante, appassionante. È quella che racconta Andrea Tarabbia nel suo romanzo “Il giardino delle mosche”, pubblicato da Ponte alle Grazie e che quest’anno si è classificato terzo nel Premio Campiello vinto da Simona Vinci. Domani pomeriggio, alle 17.30, lo scrittore dialogherà con il pubblico di Cormonslibri in Sala Italia proprio su quella storia, sotto il titolo “Il mostro di Rostov. Sarà, questo, il secondo degli incontri de “Il Piccolo” all’interno del festival.

Oggi, tra i tanti appuntamenti, vanno segnalati almeno quello delle 10 con “Pecore in bici” con il Teatro Molino Rosenkranz di Pordenone; quello delle 17.30 con FRanco Causio e il giornalista Paolo Medeossi dal titolo “L’importante è vincere!”; quello delle 18.45 con Roberto Vacca e il giornalista scientifico Fabio Pagan dal titolo “Fermiamoci e pensiamo”.

Voleva raccontare la vita di un mostro. Scavare nella storia di morte e sangue di Andrej ‹ikatilo, soprannominato il macellaio di Rostov. Poi, un giorno, Andrea Tarabbia si è imbattuto in una vecchia foto. Guardandola attentamente, ha scoperto una somiglianza inquietante dello Squartatore rosso. Con una persona a lui assai cara: suo nonno.

Un altro, al posto suo, sarebbe finito in analisi. Andrea Tarabbia ha reagito da scrittore, scrivendo un romanzo tenebroso e bello: “Il giardino delle mosche”, pubblicato da Ponte alle Grazie. Questo viaggio nei territori del Male ha conquistato la Giuria dei letterati del Campiello, che l’ha inserito tra i cinque finalisti del Premio.

Partito da “La calligrafia come arte della guerra”, nel 2010, autore dello splendido romanzo “Il demone a Beslan” sul massacro di ragazzini avvenuto nel 2004 nell’Ossezia del Nord, Tarabbia nel “Giardino” racconta la carriera di violentatore e assassino di ‹ikatilo. Calandosi nella mente del mostro, un ex insegnante accusato di aver ammazzato e cannibalizzato un minimo di 52 donne e bambini tra il 1979 e il 1990. Venne condannato a morte e giustiziato nel febbraio del 1994, dopo aver ridicolizzato per anni la polizia dell’Unione Sovietica. Anche perché si proclamava fedelissimo al credo comunista, quindi insospettabile.

«Volevo raccontare la vita del mostro senza virare sul giallo - spiega Andrea Tarabbia -. Anzi, credo che “Il giardino” sia in sintonia con i temi che ho sviluppato in altri libri: il Male, i mondi che finiscono».

E aggiunge: «Posso dire di conoscerlo da quando è stato arrestato, nel 1990. Quello che ha fatto, le cose che diceva, mi turbavano e affascinavano».

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