Figli di coppie gay alle Voci dell’Inchiesta
Oggi la proiezione del film “Gayby Baby” con l’intervento di Eugenia Romanelli

PORDENONE. Negli ultimi mesi il dibattito politico sulle coppie gay con figli è stato condotto a colpi di ricerche più o meno scientifiche, tirate filosofiche, dogmi morali, dubbi esistenziali e pedagogici. Ma c'è un parere che non è stato ancora sentito adeguatamente, forse l'unico davvero importate: quello dei bimbi o dei ragazzi che, con due genitori omosessuali, è cresciuto o sta crescendo, di chi insomma della famiglia omogenitoriale fa già parte. A colmare il vuoto, almeno in Australia, arriva ora il documentario "Gayby Baby", che il pubblico italiano può vedere oggi in anteprima al festival Le Voci dell'Inchiesta di Pordenone, a Cinemazero alle 20.45: lo dirige la regista australiana Maya Newell, figlia di due madri lesbiche, che sposa per la prima volta il punto di vista dei bambini con genitori dello stesso sesso. Tre di loro hanno due mamme: sono Gus, 10 anni, fan sfegatato di wrestling, Ebony, 12, che vuole entrare in un prestigioso istituto d'arte e Matt, 11, che tenta di capire perché una delle sue due mamme sia tanto legata alla chiesa, che la considera una peccatrice. E poi c'è Graham, sempre 11 anni, che si trasferisce nelle conservatrici isole Fiji e, su consiglio dei suoi due papà, non rivela subito ai compagni di scuola la composizione della sua famiglia. Sono le vite di quattro bimbi come tutti: nella loro percezione, il fatto di essere figli di famiglie omogenitoriali non è mai percepito come un problema, se non per la paura di non essere accettati dalla società che li circonda. Il problema, insomma, è all'esterno, nel giudizio degli altri. Il film sarà commentato dalla scrittrice e giornalista Eugenia Romanelli, formatrice nel campo dell'interazione con famiglie omogenitoriali all'Università La Sapienza di Roma, insieme a Mauro Tabor, dell'Associazione Famiglie Arcobaleno del Friuli Venezia Giulia. Romanelli affronta queste tematiche anche nel suo ultimo romanzo "La donna senza nome" (Castelvecchi), dove racconta proprio di una donna figlia di due mamme. E sullo scenario futuro in Italia ha le idee chiare: «Passerà una legge che regola i rapporti di convivenza tra persone delle stesso sesso, ma niente riguardo le famiglie. E i più di centomila bimbi di famiglie gay, censiti qualche anno fa, resteranno con un vuoto legislativo, come bambini di serie B. L'aspetto paradossale è che queste famiglie avranno un riconoscimento prima dai tribunali che dalla politica, come nel caso delle sei sentenze già emesse dal Tribunale di Roma a favore del genitore non biologico».
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