Alain Touraine: «Ogni essere umano vale più del potere»
Al sociologo francese il Premio Nonino a “un Maestro del nostro tempo”

UDINE. «Chiedo che si rispetti la mia dignità e non voglio essere umiliato come essere umano». È questo il grido della nuova “soggettività” contemporanea, che in questo mondo post-industriale e post-sociale, viene rilanciato dal sociologo francese di fama internazionale Alain Touraine, Premio Nonino a “un Maestro del nostro tempo” 2016.
Secondo lo studioso nato nel 1925 a Hermanville-sur-Mer, già docente in molti Paesi del mondo, e dal 1970 direttore di ricerca a l’École des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi, il futuro dell’umanità «non dipenderà più dai movimenti sociali, ma dai movimenti etico-democratizzanti che li hanno ormai rimpiazzati. Movimenti che si basano sull’individuo, e sulla sua richiesta di essere rispettato in termini di libertà religiosa, educazione, miglioramento della qualità della vita e dei salari». Questo soggetto, «che è auto-creatore, auto-trasformatore e anche auto-distruttore» - sottolinea Touraine - ha in mano tutto il suo destino» ed è l’unico presidio oggi contro il potere «totalizzante e totalitario».
L'essere umano, «nella sua realtà più individuale e singolare, nonché soggetto di diritti universali che stanno al di sopra delle leggi e della politica», è l’unico che oggi può opporsi «a quelli che io sono solito chiamare Imperi - puntualizza Touraine -, siano essi gli Usa, la Cina o Daesh».
Lui, che si definisce “non credente” senza dubbio alcuno («ed è proprio per questo - precisa - che nutro un grande rispetto per tutte le religioni»), vorrebbe comunque incontrare al più presto Papa Francesco. «Perché - spiega - è tra i pochi in questo periodo storico a parlare di rispetto della dignità della persona umana». «Lo spiritualismo cristiano e quello laico - afferma Touraine - possono stringere un’alleanza contro il pragmatismo e l’utilitarismo imperanti, per i quali solo la ricchezza e il potere contano».
L’autore di “Dopo la crisi. Una nuova società possibile” tradotto in Italia da Armando Editore, è convinto che dopo la fine del capitalismo industriale, un tempo motore di sviluppo («perché oggi non si investe più per l’impresa, ma si punta solo a rendita e speculazione»), «adesso la vera forza produttiva è la conoscenza».
Anche a livello di politica, raccomanda il sociologo, «si deve finalmente capire anche in Europa, come già si sta facendo negli Usa, che la ricerca di alto livello basata su fondi pubblici è la via maestra per uscire dall’impasse». Un altro leit-motiv della società del futuro è la comunicazione inter-soggettiva. «Che oggi ha un ruolo centrale - evidenzia Touraine -: Senza buona comunicazione, a parere di Touraine, «i meccanismi si inceppano, le cose si bloccano, a tutti i livelli».
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