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Rita Rusic rivela alla Mostra il suo progetto tutto istriano

E questa sera si alza il sipario in laguna sul film “Everest”

3 minuti di lettura
(ansa)

di Beatrice Fiorentino

VENEZIA

Tutto pronto in Laguna per l'inaugurazione della 72.a Mostra del Cinema di Venezia, in calendario da oggi fino al 12 settembre. Dopo la preapertura di ieri, con i capolavori shakespeariani di Welles "Otello" e "Il Mercante di Venezia" ritrovato e restaurato da Cinemazero di Pordenone, è prevista per questa sera alle 19 l'inaugurazione ufficiale del Festival con l'arrivo dei primi divi che sfileranno sul red carpet. Mettendo un po' da parte il clima di austerità che ha contraddistinto le ultime edizioni, sono davvero molte le star che quest'anno sbarcheranno al Lido e animeranno le feste più esclusive tra PalazzinaG (che a dispetto del nome è un hotel di lusso accanto a Palazzo Grassi), San Marco e la Giudecca: tra i più attesi Johnny Depp, Dakota Johnson, Benedict Cumberbatch, Kristen Stewart, Eddie Redmayne e in particolare Robert Pattinson, le cui fan impazzite, nei giorni scorsi, hanno letteralmente sommerso di tweet il direttore del Festival Alberto Barbera.

Una gran bella giuria presieduta da Alfonso Cuarón che raccoglie nomi di prestigio come il Leone d'oro Hou-Hsiao Hsien, Nuri Bilge Ceylan (Palma d'Oro), il premio Oscar Pawel Pawlikoski (per "Ida"), accanto al nostro Francesco Munzi, lo scrittore Emmanuel Carrère e altri; una madrina, Elisa Sednaoui, uscita dalle passerelle di Karl Lagerfeld ma attiva anche nelle fila del cinema "off" italiano (vedi "La leggenda di Kaspar Hauser" di Davide Manuli); 21 film in concorso di cui quattro italiani: Marco Bellocchio, Luca Guadagnino, Giuseppe Gaudino e l'esordiente Piero Messina; e ancora l'esordio di Laurie Anderson alla regia ("Heart of a dog") ricordando il marito Lou Reed, il ritorno del Leone d'Oro Aleksandr Sokurov che in "Francofonia" ci porterà dentro al Louvre di Parigi per spiegare il valore universale dell'Arte, "Beasts of no nation" di Cary Joji Fukunaga, il regista di "True Detective", l'animazione di Kaufman "Anomalisa", i maestri fuori concorso Tsai Ming-Liang ("Behemoth"), Skolimowski ("11 minutes") e Wiseman ("In Jackson Heights"), non sono affatto pochi i titoli attesi con attenzione critica.

Il quarto anno del Barbera bis, insomma, nonostante una selezione eterogenea che, almeno sulla carta, non lascia intuire nuove tendenze o filoni tematici predominanti, sembra comunque averne un po' tutti i gusti: la giusta dose di glamour e tanto cinema come si conviene ai grandi festival. Intanto questa sera si parte col "filmone". Negli ultimi due anni Barbera ha avuto la vista lunga e, suo orgoglio e vanto, ha azzeccato le aperture con due pellicole finite dritte dritte agli Oscar: i pluripremiati "Gravity e "Birdman". Anche quest'anno si parte forte, con "Everest", firmato dal regista islandese Baltasar Kormáku (autore dell'acclamato 101 Reykjavik). Il film si basa su fatti realmente accaduti durante la scalata della cima più alta del mondo e assicurerà al Festival l'arrivo delle prime presenze illustri: Jake Gillenhaal, Keira Knightley, Emily Watson, assieme a Jason Clarke, Robin Wright, Josh Brolin e altri. Un cast stellare per un'avventura al limite della sopravvivenza che sarà presentata rigorosamente in 3D.

Quest'anno manca la solita presenza dal territorio friul-giuliano alla Settimana della Critica, come ci eravamo abituati da due anni a questa parte, prima con "Zoran" di Matteo Oleotto e poi con "Dancing with Maria" di Ivan Gergolet. Eppure non si passerà sotto silenzio: a tenere alta la bandiera giuliana, nei giorni della Mostra, ci penserà l'ex moglie di Vittorio Cecchi Gori Rita Rusic, che presenterà al Lido il progetto del suo primo film in veste di regista. Proprio lei che dietro la macchina da presa c'è già stata tante volte nel ruolo di produttrice, regalando alcuni tra gli esordi autoriali più interessanti degli anni '90 (Carlo Mazzacurati, per dirne uno). Un film autobiografico, molto personale che ha a che fare con la storia della sua famiglia, tra le ultime, in periodo di guerra, a lasciare i territori attribuiti all'ex Jugoslavia. Una vicenda ambientata nel 1944, ai tempi dell'occupazione tedesca in Istria che avrà per protagonista Antonia, la prozia di Rita Rusic allora trentaseienne, costretta dagli eventi bellici ad abbandonare il suo amore. Si intitolerà "I giorni del vento", un vento che «"come il destino - ha dichiarato pochi giorni fa - può arrivare e cambiare tutto». Fuor di metafora al centro del film c'è la bora, che dalla Polonia arriva fino al capoluogo giuliano incanalandosi nelle strade cittadine per travolgere tutto ciò che trova al suo passaggio.

Le riprese dovrebbero interessare la Polonia, la Germania, il Carso e l'Istria, terra di origine di Rita Rusic. Forse proprio Parenzo, la città in cui è nata e ha vissuto prima di finire in un campo profughi dove è rimasta con la famiglia per un anno e mezzo. Dopo questa esperienza i genitori finirono per mandare lei e sua sorella in un collegio a Ljerka, una separazione destinata a lasciare il segno. La prima di una lunga serie di strappi che le hanno segnato la vita.

Riserbo assoluto sul cast, che comunque sarà presente a Venezia, mentre al fianco della regista, alla sua opera prima, ci sarà Umberto Contarello, scelto per firmare la sceneggiatura non solo perché autore de "La grande bellezza" ma anche per le sue origini che guardano a Est. Inoltre, dopo essere stato presentato al Giffoni, verrà proiettato il cortometraggio tratto da un racconto di Carlo Lucarelli, scritto prodotto e diretto da Giulio De Vita, Omar Leone e Pasqualino Suppa, con il patrocinio della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, "Il mantello di carta". I tre autori, tutti originari o residenti nel pordenonese, affrontano il delicato tema della cure palliative pediatriche, offrendo ai bambini malati un sorriso speciale, portato espressamente per loro da un supereroe da fumetto.

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