Gli inventori del “personal” li incontrate qui
TRIESTE. Enrique Canessa è un fisico teorico con grande interesse per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione per il trasferimento di conoscenza. È lui a coordinare la Science...

TRIESTE. Enrique Canessa è un fisico teorico con grande interesse per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione per il trasferimento di conoscenza. È lui a coordinare la Science Dissemination Unit dell’Ictp, cui si deve l’organizzazione della Trieste Mini Maker Faire. «Il Centro Internazionale di Fisica Teorica “Abdus Salam” – spiega il fisico cileno – è stato fondato nel 1964 per promuovere la formazione e la diffusione della conoscenza scientifica in tutto il mondo, scavalcando confini politici e geografici. Da sempre la sua mission è la condivisione del sapere, per questo ha voluto organizzare anche a Trieste la Mini Maker Faire. Maker Faire, infatti, è un movimento globale che vuole ispirare persone di ogni età condividendo la passione per il fare».
La prima Maker Faire si è svolta a San Mateo, in California, nel 2006. Negli anni la maker-mania è esplosa e la comunità dei maker è cresciuta in tutto il mondo, tanto che ormai centinaia di Mini Maker Faire sono organizzate localmente a ogni latitudine.
«Noi abbiamo voluto offrire l’opportunità anche ai maker della nostra regione e delle vicine Austria, Croazia e Slovenia, di fare network e condividere la propria esperienza: partire cioè da un’idea, realizzarla e metterla in condivisione con gli altri. Molte invenzioni e molti progetti, inoltre, hanno un forte interesse didattico e possono avere un grande impatto sociale, anche nei Paesi in via di sviluppo».
La Trieste Mini Maker Faire è, in pratica, l’occasione per conoscere i protagonisti della nuova rivoluzione in corso: una rivoluzione tecnologica che, come spiega Chris Anderson nel libro “Makers. Il ritorno dei produttori. Per una nuova rivoluzione industriale”, si compie all’interno di tante piccole officine personali e vede in azione artigiani digitali che possono produrre e distribuire da soli, sfruttando il web e le nuove tecnologie. Sono i nuovi inventori, o esploratori di tecnologie che segneranno il nostro futuro.
«In effetti – commenta Canessa – attraverso i progetti dei maker guardiamo al futuro, ma per capire da dove siamo partiti, quest’anno apriamo anche una sezione “amarcord”, con la mostra dei Numeri 1 Olivetti».
Nel campus di Miramare, domani e domenica, è possibile infatti ammirare «le prime tecnologie nate nei laboratori Olivetti, a Ivrea, grazie al lavoro pioneristico di ingegneri e inventori italiani: dalla prima calcolatrice scrivente a 4 operazioni (1948), al primo desktop computer (1965), dalla prima macchina per scrivere portatile elettrica con scrittura a “pallina” (1974), alla prima calcolatrice tascabile scrivente più piccola al mondo (1980)».
Un vero e proprio tuffo nella preistoria dei computer. È italiano, infatti, il primo personal computer della storia: «È l’Olivetti Programma 101, frutto dell’ingegno visionario di Pier Giorgio Perotto, Gastone Garziera e Giovanni de Sandre, che per la prima volta hanno portato la potenza del calcolatore sulle scrivanie». Garziera e de Sandre per l’occasione sono a Trieste, e domenica alle 14.30 racconteranno, cinquant’anni dopo, la loro intuizione.
Simona Regina
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