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Meraviglie d’Italia e tanta Germania per dimenticare le risse in tivù

TORINO. In un’Italia nella quale si legge sempre meno, il Salone del Libro in controtendenza vede crescere il numero degli editori e dei visitatori. E a fronte di un taglio del 20 per cento nelle...

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TORINO. In un’Italia nella quale si legge sempre meno, il Salone del Libro in controtendenza vede crescere il numero degli editori e dei visitatori. E a fronte di un taglio del 20 per cento nelle risorse, il programma già sterminato si arricchisce senza intaccare la qualità dell'offerta. Lo ha sottolineato con orgoglio, presentando la rassegna, il tandem composto da Rolando Picchioni ed Ernesto Ferrero, da quindici anni alla guida della manifestazione.

Quello in programma al Lingotto di Torino dal 14 al 18 maggio è il loro ultimo Salone, conclusivo di un ciclo che ha portato il capoluogo piemontese a ospitare il primo evento librario d'Italia e uno dei più internazionali. L'edizione 2015 sarà inaugurata alla presenza del capo dello Stato Sergio Mattarella, avrà 80 nuovi espositori e vedrà ospite d'onore la Germania.

«Mentre il padiglione tedesco all'Expo di Milano presenterà le proprie idee sull'alimentazione - ha fatto sapere il direttore della Fiera del Libro di Francoforte, Jurgen Boos - a Torino si occuperà del nutrimento intellettuale». Il filo conduttore saranno “Le Meraviglie d'Italia”.

Il cuore della presenza tedesca, forte di oltre 40 case editrici, sarà uno stand interattivo di 300 metri quadrati nel quale convergeranno 25 autori contemporanei in rappresentanza di tutti i generi letterari. Ci sarà anche una caccia al tesoro di tema librario che metterà in palio volumi tedeschi in traduzione italiana.

La partecipazione della Germania intensificherà i rapporti tra editori tedeschi e italiani, che vede ogni anno oltre 300 titoli tradotti dall'italiano al tedesco e più che altrettanti dal tedesco all'italiano. Picchioni ha parlato di «quindici anni di successi fra tante fatiche, ostacoli e imboscate», ma le istituzioni, ha rimarcato, «ci sono state sempre vicine, anche in questi tempi magri e micragnosi».

«Siamo riusciti a dare dignità a questa edizione del Salone, che è stato preparato - ha sottolineato - con l'ombra lunga di un mercato che fatica a riprendersi». Il segreto? Sta forse nelle parole di Ferrero, che ha descritto la buchmesse sulle rive del Po come «un antidoto alle chiacchiere demenziali del talk show e ai deliri replicati della rete».

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