Sante o streghe ai poeti piacevano le bionde
Ampio repertorio sulla femminilità nell’Umanesimo nel catalogo della mostra “Colei che sola a me par donna”

Mistero donna. Se c’è un’epoca nella quale l’universo femminile appare variegato e contraddittorio, è l’alba dell’epoca moderna, il Rinascimento. È lì che arcaiche concezioni e pregiudizi si incontrano con le prime correnti del pensiero moderno, originando un miscuglio, un caleidoscopio di idee che si rifletterà nell’arte, nella letteratura, nella cultura.
Donne viste come simbolo della purezza estrema, accanto a donne considerate biologicamente come nient’altro che maschi imperfetti. E donne come figlie caste, spose fedeli, madri amorose, religiose devote, vedove pie, maliziose seduttrici, prostitute, sante e streghe: «Gli estremi etici ed estetici spesso si toccano e coincidono, nel codice visivo della appartenenza o estraneità alla femminilità funzionale nella società». Indagare questo universo significa capire l’origine di tanta cultura legata alla figura e all’immaginario della donna che da quei tempi arriva fino ai nostri giorni.
E questo è stato lo scopo della mostra del Comune di Trieste “Colei che sola a me par donna - Femminiltà tra letterarura e vita quotidiana nell’Umanesimo”, allestita fra Palazzo Costanzi e la Biblioteca civica Hortis fra l’agosto 2012 e gennaio 2013. Una notevole esposizione - per appeal e accuratezza scientifica - curata da Cristina Fenu e Alessandra Sirugo, con la collaborazione di Michela Messina e la direzione di Bianca Cuderi, utilizzando libri, documenti, oggetti quotidiani, opere d’arte e stampe, dalle collezioni di enti pubblici e di privati. E se la mostra è chiusa resta il catalogo pubblicato dal Comune di Trieste (pagg. 265, s.i.p.), repertorio che oltre alle ampie schede esplicative degli oggetti in esposizione e a una pressoché sterminata bibliografia contiene un serie di saggi sul corpo della donna e sulla condizione femminile. Testi che, passando attraverso la letteratura e non solo, analizzano la quotidianità, il ruolo sociale, la moda, la medicina, l’alimentazione - l’etica, l’estetica e la politica per così dire della donna durante l’Umanesimo. Ne emerge il ritratto di «una società urbana e laica che della donna continua a coltivare un’immagine idealizzata, desiderabile nella misura in cui non sia inquietante».
Pietro Spirito
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