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Ritrovati i versi del papà di Michelstaedter

Si inaugura sabato all’Isontina di Gorizia una mostra antiquaria con le rarità di tre medici collezionisti e numerosi inediti

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GORIZIA. Tre medici, accomunati dal fatto d'essere curiosi e competenti collezionisti. Di Ferdinando Sottile, Ferruccio Massa e Bruno Lucci saranno esposti numerosi pezzi, appunto delle loro collezioni, in una mostra, dal titolo “Sotto il segno di Ippocrate” che s'inaugura sabato alle 11.30 negli spazi della galleria d’arte “Mario Di Iorio” della Biblioteca statale isontina (Bsi), a Gorizia. Appartenenti a Sottile, palermitano di nascita ma cormonese d’adozione, in particolare, sono esposti lavori (alcuni acquistati dalle collezioni Neri Pozza e Astori) a olio, carboncino, china, matita, pastello, e realizzati con altre tecniche, pure di grafica, di autori quali, fra gli altri, Luigi Bartolini, Dora Bassi, Marcello D’Olivo, Adolfo De Carolis, Gerardo Dottori, Marcello Dudovich, Tranquillo Marangoni, Alberto Magnelli, Giacomo Manzù, Marcello Mascherini, Cesare Mocchiutti, Fulvio Monai, Zoran Mušic, Magdalo Mussio, Fred Pittino, Federico Righi, Aldo Salvadori, Ugo Valeri, Tono Zancanaro; particolarmente interessante all’interno della collezione Sottile pare un olio, fra i pochi da lui realizzati, di Giovanni Comisso dal titolo “Il labirinto”, di fine anni ’50. Dello spezzino Ferruccio Massa, da anni residente a Gorizia, “Sotto il segno di Ippocrate” mostra il collezionismo che si estende dai disegni e dagli acquerelli di Ottocento e Novecento (tra cui alcuni lavori a matita blu di Giovanni Craglietto) ad alcuni libri pubblicati nel ‘600; ma, nella collezione Massa, troviamo anche sezioni sulla medicina antica, su Gorizia, su Gabriele D’Annunzio (di cui possiamo ammirare pure fotografie inedite), sulla Grande guerra, su L’Eroica (la rivista fondata a La Spezia proprio nei primi del Novecento). Anche della collezione del moggese Bruno Lucci, il percorso alla Bsi è suddiviso in più sezioni: cultura (dove troviamo, ad esempio, un’edizione, datata 1912, di Fiuri de Tapo, di Biagio Marin, con xilografie di Edoardo del Neri), Friuli (fra cui citiamo interessanti edizioni di libri di Pasolini), Aldo e Aldine, Bibliofilnummis (che comprende opere di consultazione sulla storia postale e la numismatica); e spicca, fra i pezzi della collezione Lucci, l’incunabolo di Bartolomeo Sacchi detto Il Platina “De honesta voluptate” nell’edizione sottoscritta a Cividale il 24 ottobre del 1480 dal tipografo fiammingo Gerardo da Lysa e che costituisce il primo libro stampato in Friuli Venezia Giulia.

Completa la mostra una sezione dove la libreria antiquaria Drogheria 28 di Trieste presenta, in vendita, alcune rarità fra le quali i 192 versi inediti di Alberto Michelstaedter, padre di Carlo, due copie degli “Scritti di Carlo Michelstaedter” pubblicato dall’editore Formiggini a Genova fra il 1912-1913, a cura di Vladimiro Arangio Ruiz, una appartenuta a Piero Jahier (di cui contiene annotazioni e commenti) e l’altra appartenuta ad Ervino Pocar con tanto di ex libris eseguito da Virgilio Giotti; ma in questa sezione troviamo, ad esempio, anche le “Leggende friulane e sul Carso” di Anton von Mailly appartenute a Italo Svevo oltre al carteggio tra Francesco Caucig e Pietro Nobile.

“Sotto il segno di Ippocrate. Le collezioni di tre medici” resterà aperta, con ingresso gratuito, fino a mercoledì 19 novembre, dal lunedì al venerdì dalle 10.30 alle 18.30 e il sabato dalle 10.30 alle 13.30. La mostra, curata da Marco Menato, direttore della Bsi, è organizzata dalla Bsi in collaborazione con Drogheria 28, di cui è titolare Simone Volpato; vanta il patrocinio dell’Ordine dei Medici della provincia di Gorizia e la collaborazione del quotidiano Il Piccolo quale media partner. Il catalogo, sempre a cura di Menato, è pubblicato dalla libreria antiquaria Drogheria 28 di Volpato.

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