Nei prossimi dieci anni l’intelligenza artificiale spazzerà via molti lavoratori, e “creerà un numero importante di disoccupati”. Lo ha detto, nel corso di un evento che si è svolto a San Francisco, Mustafa Suleyman, uno dei co-fondatori di DeepMind.
Non è una previsione da sottovalutare. DeepMind è uno dei laboratori di ricerca sull’IA più importanti al mondo. È stato acquistato da Alphabet, la holding che controlla Google, nel 2014.
Sundar Pichai, Ceo del colosso di Mountain View, ha annunciato recentemente la formazione di una nuova unità, chiamata Google DeepMind, che sarà responsabile dei progressi dell’intelligenza artificiale sviluppata dall’azienda.
“Tra cinque o dieci anni - ha detto Suleyman - è innegabile che la situazione dei colletti bianchi sarà estremamente diversa. Ci saranno molti disoccupati e molti di loro saranno infelici e molto agitati”.
Per il co-fondatore di DeepMInd si prospetta un futuro complicato in cui i governi saranno chiamati a sostenere chi perderà il lavoro per colpa dell’IA. “Ci sarà bisogno di una forma di sostegno - ha detto Suleyman - Dovremo iniziare a parlare seriamente di una misura economica che possa aiutare i futuri disoccupati”.
Nei prossimi anni - se non mesi - circa l'80% delle professioni in America subiranno l'impatto dell'intelligenza artificiale generativa. In alcuni casi - il 20% della forza lavoro - l'IA sarà in grado di svolgere la metà delle mansioni che oggi sono in carico a un essere umano. Questi dati sono il frutto di uno studio condotto da OpenAI, la startup di San Francisco che ha creato ChatGpt.
Eppure "nessuno perde il lavoro per una AI, lo si perde quando qualcun altro sa usarla e noi no" ci ha detto recentemente Vala Afshar, Chief Digital Evangelist di Salesforce, il colosso del software aziendale via cloud.
Ma il rischio concreto che la forza lavoro subisca un contraccolpo esiste, lo sostiene anche Goldman Sachs in seguito a una ricerca che parla di “300 milioni di posizioni esposte a una potenziale automazione nei prossimi anni”. Lo stesso studio, tuttavia, stima che i progressi nel campo dell’IA generativa, come quella alla base di ChatGpt, porterà a un aumento del prodotto interno lordo globale del 7% nei prossimi dieci anni.