“Synthetic media that shows realistic scenes must be clearly disclosed”, cioè “I supporti sintetici o manipolati che mostrano scene realistiche devono essere chiaramente segnalati”: si legge così, al punto 3 della sezione Integrità e autenticità delle Linee Guida della Community di TikTok, che sono il lungo insieme di norme che regolano l’uso del popolare social network e che sono state appena aggiornate.
E uno dei punti fondamentali dell’aggiornamento è appunto il rafforzamento delle regole per la gestione dei cosiddetti synthetic media, che per TikTok sono “i contenuti creati o modificati con tecnologie di intelligenza artificiale”. Quelli che sino all’altro giorno chiamavamo deepfake, insomma.
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Le regole del deepfake perfetto
Che questi falsi incredibili, realizzati grazie all’uso delle IA, sarebbero stati un problema, soprattutto per i politici, i personaggi famosi e pure per i giornalisti, non è una novità: su Italian Tech lo abbiamo ricordato spesso, sin da quando il finto Tom Cruise è arrivato proprio su TikTok, nel marzo del 2021.
Adesso l’app di ByteDance è forse la prima fra le grandi piattaforme social a prendere così concretamente posizione nei confronti di questa tecnologia: “Accogliamo con favore la creatività che la nuova intelligenza artificiale e le altre tecnologie digitali possono sbloccare”, e però “l’IA può rendere più difficile distinguere tra realtà e finzione, comportando rischi sia sociali sia individuali”. Per questo, chi la usa deve dichiararlo, appunto attraverso “uno sticker o una didascalia come sintetico, falso, non reale o alterato”.
In ogni caso, “non permettiamo l’uso di media sintetici di personaggi pubblici, se il contenuto viene usato per sponsorizzazioni o se vìola qualsiasi altra politica”, si legge ancora nelle linee guida, e anche non sono consentiti synthetic media che “mostrano scene realistiche non chiaramente segnalate o etichettate”, che “contengano le sembianze (visive o audio) di una persona reale, se viene usata per appoggi politici o commerciali o se vìola qualsiasi altra policy” e nemmeno “materiale che è stato montato, unito o abbinato in modo tale da fuorviare le persone su eventi reali”.
Anche le clip fatte così seguiranno l’iter di moderazione di tutti gli altri contenuti pubblicati su TikTok: “I video vengono inizialmente esaminati dalla nostra tecnologia di moderazione automatica (che si basa sull’intelligenza artificiale, ndr), che mira a identificare i contenuti che violano le nostre Linee Guida” e “se viene rilevata una potenziale violazione, il sistema di moderazione automatizzato la rimuove automaticamente”. Perché serve un’IA per beccare un’altra IA, ovviamente.
TikTok e i “4 pilastri della moderazione”
Non è tutto, perché nell’aggiornamento delle regole, che sarebbe “il più ampio apportato finora” ed è in vigore a partire dal 21 aprile, ci sono anche più attenzione sull’integrità delle consultazioni elettorali (spiegate qui nel dettaglio) e un nuovo approccio agli account di governi ed esponenti politici, l’aggiunta della parola “tribù” fra quelle non consentite quando si parla di razzismo e incitamento all’odio e anche una riorganizzazione per aree tematiche, con l’inizio di ognuna che riassume in modo più chiaro che cosa è consentito e che cosa non lo è.
TikTok ha inoltre sottolineato quali sono quelli che l’azienda definisce “i 4 pilastri del nostro approccio alla moderazione”: rimuovere i contenuti che violano le norme, limitare solo agli over 18 l’accesso ai contenuti che richiedono maggiore maturità di giudizio; escludere dalle pagine Per Te i contenuti non adatti a tutto il pubblico; dare alla community maggiore capacità di controllo sull’esperienza d’uso, con strumenti e risorse informative.