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Il primo italiano autore di un set Lego Ideas: "Per riuscirci non basta un software, serve l'anima"

Il primo italiano autore di un set Lego Ideas: "Per riuscirci non basta un software, serve l'anima"
Andrea Lattanzio, noto come Norton74, è uno dei builder più ammirati e rispettati dalla community di appassionati Lego internazionale. La sua storia dimostra che chiunque può inseguire il sogno di veder realizzata la propria idea con i popolari mattoncini dell'azienda di Billund. Il segreto per farcela è uscire dagli schemi
4 minuti di lettura

“A volte i sogni si realizzano”. Andrea Lattanzio lo ha scritto sul suo blog il 13 gennaio scorso. Il suo post si apre con una foto, emblematica: tra le mani Lattanzio stringe la scatola di un nuovo set Lego Ideas, una serie di prodotti “creati dai fan Lego e votati dai fan Lego”.

Nel pacco enorme c’è tutto il necessario per assemblare una “A-frame cabin”, una casa popolare tra gli anni 50 e 70 e tornata improvvisamente di moda negli ultimi anni, per la sua forma stravagante e il suo basso costo. Anche Lattanzio, nel 2020, se n’è innamorato. E in dieci giorni ne ha costruito una identica con i mattoncini che aveva in casa.

Circa due anni dopo, Lattanzio ha ricevuto una mail speciale: “Ciao Andrea, vorremmo chiederti di più sul tuo progetto”. Quelle righe erano state scritte a Billund, in Danimarca, la città in cui si trova il cuore e il quartier generale dell’azienda Lego.

La ‘baita’ di Lattanzio - uno dei builder più noti e rispettati dalla community internazionale di appassionati Lego - è diventata un set Lego Ideas. E il suo autore è diventato il primo italiano a ottenere un simile riconoscimento.

“Doveva restare tutto segreto, sono praticamente imploso” ci ha raccontato Lattanzio, che nella vita fa il fundraiser per un’associazione non profit. E che in questo inizio di 2023 ha coronato il suo sogno. La sua “A-frame cabin” sarà in vendita dal prossimo 1 febbraio.

Lattanzio ci spiega come si fa a proporre un’idea come la sua a Lego?

“Bisogna candidarsi sulla piattaforma Lego Ideas e raccogliere almeno 10mila voti dagli iscritti alla community”.

Ma questo è solo il primo passo, giusto?

“Sì, i voti servono solo per essere presi in considerazione. Quando se ne ottengono 10mila, scatta le review di Lego. Ma non tutti, ovviamente, ce la fanno: vengono selezionati soltanto uno o due progetti ogni tre mesi. Ci sono quattro review all’anno”.

Accade spesso che un’idea superi le 10mila preferenze?

“È difficile ma non impossibile. È accaduto più frequentemente nel periodo più acuto della pandemia, con i lockdown: gli appassionati hanno trascorso più tempo a casa ed evidentemente hanno prodotto di più”.

Lattanzio lei è il primo italiano a firmare un set Lego Ideas. Come ci è riuscito?

“È stato quasi un caso, in realtà. Costruisco prototipi con i mattoncini Lego da almeno dieci anni, ma avevo perso da tempo la speranza di vedere prodotta una mia idea. A marzo 2021, però, riprovo a candidarmi. Ma con un altro diorama, ispirato a Into The Wild, il film di Sean Penn del 2007. Che però viene scartato perché evidentemente il tema, vista la fine del protagonista della storia, è un po’ al limite. Ma non ho mollato e ho deciso allora di candidare l’A-frame cabin, che in soli 42 giorni ha raccolto i 10mila voti necessari”.

Il suo progetto di italiano, oltre a lei, in realtà ha ben poco. Ci racconta come è nato?

“È vero, la A-frame cabin è un tema architettonico tipicamente americano e canadese. Nel 2021 stavo sfogliando un libro fotografico sulle case più strane al mondo e ho visto una di queste baite a forma di ‘A’. È stato un colpo di fulmine. Non ne avevo mai vista una, poi documentandomi ho scoperto che negli Usa è un’icona e che ci sono decine di pagine Instagram dedicate a costruzioni di questo tipo. L’ho fatta subito mia. Da qualche anno, ormai, mi dedico alla costruzione di case rurali bizzarre e strane. E questa era perfetta”.

Le costruisce con i mattoncini, ovviamente.

“Sì, certo [ride]. Ne creo quasi una al mese. Tempo fa per esempio ho replicato la casetta di campagna che c’è sulla copertina del libro “Walden (Vita nel bosco)” di Henry David Thoreau. Mi piaceva la forma, ma anche la storia. Cerco sempre di abbinare lo storytelling alle mie creazioni. Non credevo che agli appassionati potesse importare, invece le storie nel mio caso hanno fatto la differenza”.


E la sua baita che storia racconta?

“Una vicenda originariamente diversa da quella che poi è stata trasferita al set Lego Ideas. I miei personaggi erano due fratelli eremiti che avevano lasciato la città per trasferirsi nel bosco, stanchi della vita moderna e alla ricerca di un contatto più spirituale con la natura. Quel sentimento, nel prodotto ufficiale, è stato modificato per rispecchiare maggiormente i valori Lego. L’edificio del set Lego Ideas è più nuovo e meno decadente rispetto all’originale, ed è stato concepito come una casa vacanze”.

Cos’altro hanno cambiato i designer dell’azienda Lego?

“Diverse cose, soprattutto dal punto di vista tecnico. Ma era inevitabile. Un conto è costruire un prototipo, un altro è progettare un prodotto che garantisca giocabilità e sicurezza. Noi builder spesso utilizziamo delle tecniche ‘illegali’. Per esempio ci capita di appoggiare i mattoncini per ottenere un risultato che, altrimenti, sarebbe impossibile. Questo rende i prototipi, che noi chiamiamo ‘mock’, molto fragili. Per il resto, della mia baita originale ha resistito praticamente tutto: i colori, la posizione degli alberi, persino le teste dei martelli che ho usato per ottenere la base dell’edificio. In più ci sono delle easter egg”.

Che sorprese nasconde questo set Lego Ideas?

“Non è insolito trovare nei set Lego dei riferimenti a set del passato, oppure ai trascorsi di chi l’ha creato. Innanzitutto alla base della baita, in un punto che sarà nascosto agli occhi una volta montato il set, sono state aggiunte tre palette con i colori della bandiera italiana. Inoltre è stato creato un quadretto, che è appeso sopra il letto che si trova nella parte superiore della casa, su cui c’è disegnato un blue cottage che avevo costruito tempo fa”.

La tecnologia che ruolo ha nel lavoro dei builder?

“Io mi ispiro agli old school builder perché realizzo i miei progetti con mattoncini veri, non uso software a differenza di molti che realizzano le loro idee senza toccare neanche un pezzo. E alla fine si candidano proponendo dei rendering. Ma il risultato spesso è un set senza anima che somiglia molto a quelli già esistenti”.

Ma è lecito?

“Può sembrare paradossale, ma si può fare. La spiegazione che mi sono dato io è che Lego, in questo modo, dà la possibilità a tutti di creare e di proporsi, anche a chi non ha le possibilità economiche per acquistare i mattoncini che servirebbero a realizzare le proprie idee”.

Che impatto avrà l’intelligenza artificiale su questo mondo?

“Influirà molto su chi usa i software, è innegabile. Nel mio caso, non potrà nulla. L’IA non riuscirà a sostituirmi perché il modo in cui costruisco, con tecniche poco ortodosse, non è replicabile da un software”.

Per concludere: cosa bisgona fare per conquistare i designer Lego? Qual è il segreto?

"Usicre fuori dagli schemi. E fare quello che Lego non farebbe mai".

Andrea Lattanzio presenterà in prima persona la sua "A-Frame Cabin" con un tour nei principali Lego store italiani ed europei. Il prossimo 1 febbraio sarà a Grenoble. Due giorni dopo Lattanzio farà tappa a Milano, nel negozio di San Babila. E poi il 10 sarà a Firenze e l’11 a Napoli.