“Il cosmo mi ha sempre affascinato sin da quando ero bambino. E ora che sono più grande, vorrei mettere a frutto questa mia passione”.
E a soli 16 anni, Lorenzo Sassaro è sicuramente sulla buona strada. È uno studente del Liceo Gian Giorgio Trissino di Valdagno, in provincia di Vicenza. E la sua passione per l’astronomia, con il tempo che dedica alle osservazioni, sia virtuali che con veri e proprio telescopi per professionisti, lo ha portato ad effettuare una scoperta non comune per un astrofilo (cioè un astronomo, al momento, non professionista) così giovane. Grazie all’attività di osservazione e ricerca presso l’Osservatorio di Marana di Crespadoro, nel vicentino, ha scoperto una nuova stella variabile chiamata MarSEC2_V2, proprio dal nome del “Marana Space Explorer Center”, l’osservatorio astronomico di Valdagno, di cui Lorenzo è socio.
Quella scoperta da Lorenzo, è una stella detta “variabile” che si trova a 1.480 anni luce dalla Terra, ha una temperatura di 10.800 gradi, ed è detta variabile poiché la sua luminosità, nel caso della “Marsec”, varia ogni giorno e mezzo. Questi dati hanno portato Lorenzo (tra i più giovani in assoluto tra i scopritori di stelle variabili) a intuire che si trattasse in realtà di una coppia di stelle che interagiscono fra loro nell’ambito della luminosità.
La nebulosa Carena è balzata di recente alle cronache, perché è stata tra le prime ad essere fotografata, con un’immagine mozzafiato, dal nuovo Telescopio Spaziale “James Webb”, che opera automaticamente a un milione e mezzo di chilometri dalla Terra, ed è frutto della collaborazione tra la Nasa e l’Esa europea (e al cui programma partecipano molti ricercatori italiani).
Poi, come da prassi ogni qualvolta un astronomo professionista o dilettante scopre un nuovo corpo celeste (asteroidi, pianeti, lune, stelle …), la scoperta viene valutata da un ente astronomico internazionale. Nel caso della scoperta del giovane vicentino, è stata posta al vaglio dell’”Ente internazionale per le stelle variabili”, che dopo alcune revisioni, l’ha approvata.
“E’ una scoperta davvero interessante, fatta da un ragazzo così giovane e quindi molto promettente” – ci dice l’astrofisico Walter Ferreri dell’Osservatorio INAF di Torino, e Direttore scientifico dell’Osservatorio di Alpette – “anche perché richiede davvero tanta pazienza e costanza. E’ necessari valutare, e con molta attenzione, diverse immagini di stelle. Facendone dei confronti accurati, se si nota che una di loro ha variato spesso la luminosità … eccola catturata. Fino a poco tempo fa le immagini erano perlopiù analogiche, ora si lavora con il digitale”.
“Per un ragazzo di 16 anni, oltretutto italiano, è una gran bella notizia” – aggiunge Ferreri, scopritore di molti corpi celesti, soprattutto asteroidi – “Comete e asteroidi sono più complicati da scoprire, essendo oggetti in forte movimento. Ma Lorenzo è sulla buona strada per aggiungere nuove scoperte”. Che potranno verificarsi quando, dopo il liceo e università, diventerà un ricercatore. Anche se non ha ancora deciso se farà l’astronomo, il medico o l’informatico: “Ma, nel frattempo, continuo a coltivare la mia passione per l’universo. Infatti, questa scoperta la considero solo un inizio” – dice.
E poi conferma: "Per capire se la stella fosse nuova ne ho confrontato parametri e coordinate con quelli inseriti nelle piattaforme scientifiche. È stata una grande soddisfazione, e con la collaborazione dei ricercatori dell’osservatorio, l’abbiamo subito segnalata all’ente spaziale di competenza, che dopo le opportune verifiche e revisioni l’ha approvata. Mi sarebbe piaciuto molto darle il mio nome". Ma comunque il suo nome c’è, e viene subito dopo il nome e la sigla di catalogazione della stella. E un record, ancora in via da verifica, ma praticamente certo: quello del più giovane scopritore italiano di stelle variabili.