Quando Giuseppe Conte è diventato premier, a giugno 2018, su Facebook aveva circa 250mila follower. Oggi il leader del Movimento 5 Stelle ne ha 4,6 milioni. Dietro questa crescita c’è anche Dario Adamo, che per due anni e mezzo ha seguito Conte come un’ombra: “A Palazzo Chigi ero più nel suo ufficio che nel mio”, ci ha raccontato. Adamo, 36 anni, di cui 9 trascorsi in Parlamento come social media strategist M5S, ora sogna di riportare l’avvocato nel palazzo più ambìto.

Come pensa di riuscirci?
“Stiamo investendo molte risorse su TikTok e Twitch. Con TikTok sono stato molto cauto, inizialmente, ho preferito aspettare. Ora invece è il momento giusto. Lo dimostra l’utilizzo efficace che ne hanno fatto Mélenchon e Macron nella recente corsa all’Eliseo”.
Che cosa cambia rispetto a Facebook?
“Quando Il Sole 24 Ore ha dedicato la prima pagina ai super bonus, con un titolo positivo, abbiamo fatto un video solo per Facebook. Era il commento a una notizia politica. Lo stesso giorno, di sera, ne abbiamo fatto un altro per TikTok in cui Conte criticava una proposta di Giorgia Meloni che interessa gli studenti. E lo abbiamo condiviso con una musica adeguata”.
Per colpa di TikTok, ora le tocca fare anche il deejay…
“Sì, devo essere aggiornato anche sulla musica di tendenza. Ed è un problema: i 35enni su TikTok sono considerati già anziani”.
E Twitch, invece?
“Sul social delle dirette streaming non abbiamo un nostro canale. Conte però è stato spesso ospite di twitcher, già due volte di Ivan Grieco per esempio (popolare streamer e youtuber, ndr). Ci siamo accorti che i giovani che seguono questi eventi sono attivi e agguerriti. E hanno voglia di confrontarsi direttamente con i politici”.
Cos’altro ha imparato dalle campagne per le Presidenziali francesi?
“Mi è piaciuto lo stile, sui social, di Mélenchon: aggressivo ma non spiacevole. Sta influenzando anche la nostra campagna”.
Com’è invece lo stile di Conte sui social?
“Meditato, mai impulsivo. Ma è capitato che mi chiamasse all’improvviso per pubblicare qualcosa. Il giorno in cui è stata liberata Silvia Romano, per esempio”.
Qual è il canale che usate di meno?
“Twitter. Perché è il luogo degli addetti ai lavori, dei politici tradizionali e dei giornalisti: un canale tradizionale e molto vecchio. E poi è attraversato da un sentimento negativo diffuso, poco incline al confronto”.
E Facebook?
“Resta il nostro bacino più ampio, è una questione anagrafica, le persone più grandi continuano a usarlo. Ma anche su Instagram abbiamo una platea vasta: 1,75 milioni di follower (dati del profilo ufficiale di Giuseppe Conte, ndr)”.
L’altra faccia della campagna elettorale: sui social network e raccontata da ragazzi e ragazze

Quante persone lavorano con lei?
“Il nostro team digital è composto da 5 persone”.
Rocco Casalino bussa spesso al suo ufficio?
“Con Rocco abbiamo iniziato l’avventura nel Movimento insieme, nel 2013. Ci confrontiamo animatamente ma ci fidiamo l’uno dell’altro. Fin dall’inizio lui si è occupato delle tv e io del digitale. Ancora oggi è così, senza invasioni di campo”.
Quale è stato il suo post più riuscito?
“Quello sul saluto di Conte a Palazzo Chigi, il 13 febbraio 2021. Raccolse 1,2 milioni di like su Facebook, un record per un politico italiano”.
E quello più sbagliato?
“La foto di Conte che mangiava un hamburger a New York. Ricevette critiche perché il premier non mangiava cibo italiano. Ma lo rifarei”.
Ha tempo per i suoi social privati?
“Non riesco a gestirli con costanza, ovviamente. Le mie giornate sono complicate: mi sveglio presto, lavoro anche fino all’una di notte. Non seguo gli orari di ufficio, così come i social non seguono più le fasce orarie migliori, per la pubblicazione dei post. Ora conta solo dare la notizia”.