Il primo problema nella vita, quando gestisci una azienda, è la scelta dei collaboratori: per esempio, l’8 aprile 1983 John Sculley diventa presidente e amministratore delegato di Apple. Non un colpo di mano, anzi. Era stato il co-fondatore dell’azienda, Steve Jobs, a convincerlo a lasciare la posizione di presidente di Pepsi, la società che produce la Pepsi Cola.
Va detto che Jobs avrebbe voluto diventare presidente, ma l’amministratore delegato uscente, Mike Markkula, lo aveva ritenuto non ancora abbastanza maturo per assumersi una tale responsabilità (Jobs allora aveva 28 anni). Sculley era stato scelto e corteggiato per via del successo che aveva avuto nella sfida con Coca-Cola, in cui aveva recuperato importanti quote di mercato.
Jobs sperava di fare lo stesso con IBM (l’anno seguente sarà quello del famoso spot 1984 e della campagna Think Different e l’attacco commerciale a IBM sarà evidente). Ed è rimasta nei libri di storia la frase con cui Jobs avrebbe convinto Sculley a lasciare un gigante come Pepsi per una startup come Apple: “Vuoi continuare a vendere acqua zuccherata per il resto della tua vita o vuoi venire a lavorare con me e cambiare il mondo?”.
Il settimanale economico Business Week li porterà entrambi in copertina con il titolo Apple’s Dynamic Duo, ovvero Il piano per sfidare IBM. In realtà l’idillio fra Sculley e Jobs durerà poco e il 16 settembre 1985 il primo convincerà il consiglio di Amministrazione a sbarazzarsi del secondo.
Molti anni dopo, Sculley ammetterà che quello fu un errore. E anche Jobs dirà che scegliere Sculley era stato un errore.