Il 14 settembre 1959, nove anni e 309 giorni prima di Armstrong e Aldrin, siamo già atterrati sulla Luna. Non parlo di esseri umani ovviamente, in questa rubrica niente scie chimiche: mi riferisco a un oggetto realizzato dagli esseri umani.
Si chiamava Luna 2 (ma ai tempi era nota solo come “il secondo razzo cosmico sovietico”), ed era la seconda di una serie di sonde spaziali che i sovietici hanno lanciato nello spazio dal 1959 al 1976, quando lanciarono Luna 24.
Ma solo Luna 2 ha davvero fatto la storia. Dopo un primo tentativo abortito, era stata lanciata il 12 settembre dal cosmodromo di Baikonur, in Kazakistan; tre giorni dopo si schiantò volontariamente sulla Luna depositandovi gli emblemi dell’Unione Sovietica (la falce e il martello) che erano custoditi in delle sfere che si aprirono per lo schianto. Si narra che nella sala di comando, il responsabile del programma spaziale sovietico, Sergei Korolev, e i suoi collaboratori, esplosero in un urlo liberatorio quando la sonda smise di inviare segnali a Terra perché quella era la prova che si era schiantata sulla superficie lunare.
L’impatto di quel successo, che seguiva i primi Sputnik, “fu profondo”: era evidente che l’Unione Sovietica era in netto vantaggio nella corsa allo Spazio. Fu detto che la data del lancio non fu casuale: il giorno dopo lo schianto di Luna 2, il leader sovietico Chruscev arrivò negli Stati Uniti per una storica visita al presidente americano Eisenhower e poté rimarcare i vantaggi del comunismo.