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Don Eyles: “Con quel computer potevamo andare anche su Marte”

Don Eyles: “Con quel computer potevamo andare anche su Marte”

Parla l’ingegnere che 50 anni fa scrisse il software che guidava il modulo dell’Apollo 11. Il sistema di bordo aveva una potenza 1300 volte inferiore rispetto ad uno smartphone. “Eppure è ancora oggi una macchina avanzata”

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SU EBAY la riproduzione funzionante dell’Apollo Guidance Computer costa tremila dollari. Progettato e realizzato al Mit di Boston era mille e trecento volte meno potente di uno smartphone: oggi perfino una lavatrice ha più capacità di calcolo. Eppure ha gestito il sistema di guida delle navicelle Nasa portando l’uomo sulla Luna per ben nove volte iniziando dall’atterraggio nel Mare della Tranquillità il 20 giugno del 1969. Aveva una memoria di 72k, un processore da 1MHz e pesava 32 chili. Fantascienza per quei tempi, tanta potenza fu eguagliata dieci anni dopo da home computer come il Commodore 64 e lo Zx Spectrum.
La Nasa aveva affidato il progetto a Charles Stark Draper del Mit, scomparso nel 1987, e con lui lavorava fra gli altri un giovane ingegnere, Don Eyles, responsabile del computer del modulo lunare. Nel 1969 aveva appena 25 anni.

“Certo, era un computer semplice rispetto agli standard di oggi”, commenta dalla sua casa di New York lo stesso Eyles, che recentemente ha pubblicato un libro intitolato Sunburst and Luminary: An Apollo Memoir. Un solo chip di oggi può contenere una potenza di calcolo enormemente superiore. Il computer al quale avevo lavorato era il sistema chiamato Guidance, navigation and control, che gestiva i propulsori per l’atterraggio e il controllo del modulo lunare. Lo usammo su tutti gli Apollo con qualche modifica nel software”.
Don Eyles nel 1969
Don Eyles nel 1969 
Una vera impresa atterrare sulla Luna con una potenza di calcolo tanto limitata.
“Io considero quelle macchine ancora oggi molto avanzate. Del resto siamo andati e tornati dalla Luna nove volte grazie a loro”.

Compresa la missione Apollo 14, quella del rilancio dopo il fallimento dell’Apollo 13 e che a sua volta stava per trasformarsi in tragedia.  
“C’era un pulsante che non funzionava”, ricorda Eyles. “Non poteva essere usato ed era cruciale nelle sequenze di atterraggio. Dovetti scrivere un software nuovo che permettesse di fare tutto escludendo quell’interruttore. E’ stata una delle notti più adrenaliniche della mia carriera. Risolsi il problema in due ore perché era quello il tempo che avevo a disposizione. Ma in generale tutti quegli anni passati a lavorare con la Nasa sono stati emozionanti e difficili”.
Cosa ricorda dell’Apollo 11?
“Che il software per gestire l’atterraggio doveva essere infallibile. E all’epoca si trattava di programmi pioneristici”.

Come sarà il computer del modulo che nel 2024 dovrebbe tornare sulla Luna?
“Completamente diverso ovviamente. Avrà ad esempio un sistema di riconoscimento delle immagini capace di capire e di stabilire con esattezza dove bisogna atterrare per evitare pericoli. Per poter fare una cosa del genere serve una potenza di calcolo molto elevata”.  
Eyles oggi
Eyles oggi  
Dopo 32 anni passati a progettare computer per lo spazio, l’ultimo contributo è ancora in funzione nei sistemi della Stazione Spaziale Internazionale (Iss), Eyles è convinto che su Marte saremmo potuti andare fin dagli anni Settanta. Secondo lui "avevamo tutto il necessario già allora", iniziando dal computer di bordo e fu colpa della politica se poi decidemmo di non farlo.