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Hbo: "La tv del domani verrà offerta ovunque". E ora anche Sky punta al Web

Un'immagine della prima serie di True Detective della Hbo, trasmessa in Italia da Sky
Un'immagine della prima serie di True Detective della Hbo, trasmessa in Italia da Sky  
A Londra Jeremy Darroch, amministratore delegato del network fondato da Rupert Murdoch, svela il progetto di mettere la parola fine all'era del satellite e mostra la nuova Now Tv. "Le abitudini degli spettatori cambiano, deve cambiare anche il modo di offrire quel che viene prodotto negli studi cinematografici e televisivi" racconta Diane Tryneski, a capo della divisione digitale di Hbo, la stessa di successi planetari come Trono di Spade, Sopranos, True Detective e WestWorld che fra le prime ha creduto nello streaming
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"DIVISA in mille rivoli, offerta ovunque, su più dimensioni e sorretta dai social", Diane Tryneski, Chief Digital Officer di Hbo, la casa di successi planetari come Trono di Spade, WestWorld, Sopranos, True Detective il futuro della tv lo racconta così. La Tryneski è una signora elegante e garbata che nel 2014 ha creato la Hbo Now, servizio streaming che ha affiancato l'offerta tradizionale via cavo negli Stati Uniti, e stabilito un collegamento diretto con gli spettatori anche in Scandinavia e in alcuni Paesi del Sud America. "Siamo stati i primi produttori di contenuti a farlo", prosegue lei. "E lo abbiamo fatto perché sapevamo che non si trattava di cannibalizzare il business della televisione via cavo, ma di raggiungere tutti quegli spettatori che alla tv via cavo non possono o non vogliono accedere".
Diane Tryneski, Chief Digital Officer di Hbo
Diane Tryneski, Chief Digital Officer di Hbo 
Sky, che qui da noi distribuisce Hbo, sembra averla ascoltata e progetta di mettere la parola fine all'era del satellite lanciando anche in Italia la sua gamma completa di contenuti via Internet. Parola di Jeremy Darroch, amministratore delegato dell'azienda, che ha parlato a Londra di idea già "in fase di studio". Domani quindi si potrà sottoscrivere l'abbonamento senza dover istallare alcunché. Se le cose prenderanno sul serio questa piega lo vedremo, l'azienda ha appena lanciato il suo decoder di ultima generazione, il Q, ma che sia una delle poche strade possibili è evidente e non solo perché Sky offre già tutti i suoi programmi via Web sia in Inghilterra sia in Spagna. Competere con Netflix & Co. e aumentare gli abbonati, oggi sono 23 milioni in Europa, significa sbarcare in altri mercati con i propri contenuti esclusivi e adottare tutti i modelli di distribuzione possibili affiancandoli alla parabola.  

In particolare quella forma al passo con i tempi che ha reso famosa Netflix e che Disney vuole avere a tutti i costi. "A noi è chiaro da tempo che il futuro di quest'industria è nel rapporto diretto con gli spettatori" aveva sottolineato Robert Iger, a capo della multinazionale di Topolino, quando aveva annunciato la sua intenzione di puntare all'online. Prima che l'acquisto della 21st Century Fox (inclusa Sky) per 53 miliardi di euro divenisse cosa ufficiale.  Mentre Netflix supera i 100 miliardi di dollari in capitalizzazione, grazie alla crescita degli abbonati su scala mondiale che ora hanno toccato quota 117 milioni, Sky intende spendere oltre 8 miliardi di euro in contenuti compresi però i diritti per lo sport e quelli per film e serie prodotte da case come la Hbo. Jeremy Darroch, fra le altre cose, ha anche aggiunto che non crede che Sky News sia essenziale per il futuro dell'azienda. Nessuna sua parte lo sarebbe se in ballo c'è il suo futuro, ovvero l'entrata di Disney. 

A Londra ha fatto la sua comparsa anche la nuova versione di Now Tv, una piccola penna usb con telecomando e controllo vocale del tutto simile alla Fire Tv Stick di Amazon da usare su qualsiasi schermo per vedere serie tv, film o sport. "Le abitudini degli spettatori cambiano, devono cambiare anche i modi di offrire quel che viene prodotto negli studi di produzione", prosegue il capo della divisione digitale di Hbo. "E' in corso una gara per avere l'attenzione delle persone. Satellite, streaming, tv via cavo, accordi di distribuzione vari... Le scelte possibili per le persone si stanno moltiplicando e arrivano in tutti i dispositivi che usano. Eppure questo non ha significato la scomparsa dei network tradizionali. Alcuni hanno subito una flessione, ma sono ancora lì".
La nuova Now Tv di Sky
La nuova Now Tv di Sky 
Ora però tutti hanno iniziato a fare la stessa cosa: piattaforme di distribuzione come Netflix e YouTube sono diventati produttori, al pari colossi del commercio elettronico come Amazon, social network come Facebook, giganti dell'hi-tech come Apple che sui video ha puntato qualche fiches anche se relativamente ridotta; produttori come Hbo o Disney distribuiscono online o vogliono arrivare a farlo; network televisivi nati nell'era dell'etere, del cavo o della parabola come Sky hanno aperto i loro canali streaming. "Tutti competono con tutti e a volte si alleano", conclude Diane Tryneski. "Facebook ora produce, ma è fondamentale per promuovere i nostri contenuti ad esempio. E capita che un distributore di una tua serie in un certo Paese sia un avversario in un altro. Nulla è più in bianco e nero, da ogni punti di vista".

Bisognerà vedere quanti abbonamenti a 9,99 euro le persone saranno disposte a sottoscrivere. Per quanto sempre più connessi, la giornata resta di 24 ore, gli stipendi non si moltiplicano a differenza dei servizi streaming e il tetto di spesa destinato all'intrattenimento nelle famiglie italiane non supera in genere i 40 euro mensili. E alla fine, fra i tanti imperatori, re e gran duchi della tv di oggi, il rischio che qualcuno domani si trovi senza più dominio si fa sempre più concreto.