Nuvap N1, come funziona il test
Creato in Italia e costruito ad Arezzo, ha 13 sensori che musurano 14 diversi parametri. Dall'inquinamento elettromagnetico a quello acustico, alla presenza di gas radon fino alla qualità dell'acqua. Si può richiedere l'analisi della propria casa che dura una settimana a 199 euro o comprare il dispositivo. La versione base costa 599 euro, quella con rilevatore di gas radon 949. Tutti e due si gestiscono via app
"È un gas presente in natura, inodore, radioattivo", racconta Marco Casolino, primo ricercatore sia al Riken di Tokyo sia all'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) di Tor Vergata. "Ma niente panico: Roma è notoriamente radioattiva essendo poggiata sul tufo. Con il radon cambiare l'aria aiuta. In ogni caso, meglio farla vedere la casa".
Fino ad ora l'Internet delle cose ha prodotto sistemi smart di ogni tipo per gestire via app la caldaia, l'illuminazione, le videocamere di sicurezza e per conoscere la qualità dell'aria. E in questa corsa per collegare al web tutto quel che abbiamo a casa ci sono di mezzo colossi come Google, Apple, Microsoft, Cisco, Amazon, General Electric, Honeywell e una miriade di aziende di dimensione minore molte delle quali europee.
Le previsioni sono rosee: Ericsson sostiene che nel 2018 le cose connesse diverranno la categoria di apparecchi più diffusa, superando quella degli onnipresenti smartphone. Ma certo, a nessuno era venuto in mente di passare per le farmacie, con l'appoggio di Federfarma, dopo aver costruito un unico apparecchio pieno di sensori per controllare tutto. Anche se poi certe misure tornano poco. L'esame delle polveri sottili lo avremmo passato brillantemente, ma il valore rilevato non collima con gli standard europei. "Bisogna stare attenti con le misurazioni. Se non ci sono certificazioni si possono dare numeri a caso", sottolinea Nicola Pirrone, direttore dell'Istituto sull'inquinamento atmosferico del Cnr. "E bisogna anche vedere come questi numeri vengono accorpati".
Qualità dell'ambiente: i dispositivi per controllare l'aria che respiriamo
Alcuni degli apparecchi in commercio che controllano la presenza di fumo e qualle di Co e Co2. Sono tutti gestibili via app, vanno collocati in casa o all'esterno e sono sempre attivi. I costi vanno dai 100 ai 250 euro
"Ma no, i nostri sensori sono tutti testati da istituti come l'Università di Pisa o l'Enea e quelli sono test che mica vengono fatti in amicizia magari chiudendo un occhio", spiega Marco Magnarosa. "Non è la taratura a norma perché farla ogni volta costerebbe una fortuna. L'N1 è un primo passo per vedere se c'è un problema. È un indicatore non uno strumento professionale, altrimenti il prezzo sarebbe insostenibile. E poi prenda il medico del lavoro nelle aziende: spesso stila i rapporti senza fare alcuna misurazione. Con dispositivi come l'N1 almeno si comincia". Si comincia e vai a capire quando si finisce. Soprattutto se ti rimandano la casa a settembre.