IL MOTORE di ricerca con la G ci accompagna tutti i giorni nell'esplorazione del web. Ma l'idea societaria di Larry Page e Sergey Brin non è mai stata quella di una company come tante, con un focus principale e qualche progetto satellite: Google era sin dall'inizio qualcosa di molto più avventuroso. Così tanto che nel tempo al "motore quotidiano" si sono affiancate tante e tali attività da aver bisogno, come è appena accaduto con Alphabet, di una riprogettazione della corporation per legare a fili ben chiari e distinti le attività produttive, industriali ed economiche del colosso di Mountain View. E trasformare la pur potente base di Google in una fortezza hi-tech protetta su quattro lati. Con ovviamente il motore di ricerca e la pubblicità a fare da nucleo a questo nuovo pianeta tecnologico.
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Brin e Page hanno insomma pensato a una mega-company con un focus chiaramente centrato sull'innovazione in ogni campo, dalla tecnologia personale fino agli animali-robot, passando per le auto senza pilota e i droni ai dispositivi intelligenti, anche per la casa e la salute. E naturalmente la connettività, anche nei luoghi disagiati, che è il vero sistema linfatico di tutte le innovazioni nel carnet di Alphabet. Se a Google ora sotto la guida di Sundai Pichai rimangono le attività core sul web, e quindi la piattaforma pubblicitaria, Android, Youtube e tutto quello che è prodotto puramente digitale, i laboratori di Alphabet saranno lo strumento della nuova megacompany per osservare dall'alto della Silicon Valley cosa succede nel mondo dell'innovazione tra grandi capitali e startup, progettare senza limiti di fantasia - una mossa che può sembrare un vero lusso di questi tempi ma è forse l'unica vera via per superare le crisi economiche.
Ma a cosa lavorerà Alphabet? Molto chiaramente, dalla nuova mappa delle attività, alla digitalizzazione di tutto quello che oggi è ancora "uno punto zero". L'obbiettivo di Alphabet non è uno solo, ma una combinazione di risultati su più fronti, compresa la ricerca medica. In questo senso la divisione Calico continuerà a investire e fare ricerca sul tema della longevità, la divisione Nest capeggiata da Tony Fadell si occuperà di creare dispositivi per la casa capaci di renderla sempre più intelligente e parca nei consumi. Le driverless car sono una realtà che permette a chi non può o non vuole guidare di affrontare la città in sicurezza perché già ora se fanno incidenti, li fanno per colpa degli umani e non dei processori elettronici. Ci sono poi le idee di Sidewalk Labs per rendere le città più vivibili e connesse, gli incredibili animali robot di Boston Dynamics, e i progetti di Google X che da fantasie diventano reali, come le mongolfiere di Project Loon per diffondere il segnale Wifi e i droni di Project Wing che consegnano pacchi e plichi. E naturalmente torneranno i Google Glass in una versione aggiornata, dopo un cospicuo periodo passato in fase di sviluppo prima del ritiro dalla lista dei prodotti in lancio. Senza dimenticare i Lift, posate anti tremore per gli affetti dal morbo di Parkinson. Tutta questa tecnologia ha bisogno di energia e per questo nel cappello di Alphabet c'è Makani Power, azienda che produce turbine eoliche volanti che girano in cerchio e trasmettono elettricità a terra. Nella tasca del portafogli ci sono invece i fondi di investimento come Google Ventures e Capital, strumento finanziario e allo stesso tempo "occhi" per individuare dove spunta nuova vita digitale.
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Ma tutto questo rimarrebbe ancora un sogno senza la connettività internet. Per questo tra gli asset di Alphabet c'è Fiber, la fibra iperveloce, una delle chiavi con cui verrà codificato il linguaggio della società, dal personale al pubblico, e delle macchine che di questa società non saranno solo strumenti ma inizieranno a fare parte. A Mountain View lo sanno e l'alfabeto che hanno deciso di scrivere è quello con cui Google, dopo aver imparato cos'è il mondo di oggi dai vari Zeitgeist raccolti in questi anni, proverà a costruire le parole del futuro prossimo.
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Brin e Page hanno insomma pensato a una mega-company con un focus chiaramente centrato sull'innovazione in ogni campo, dalla tecnologia personale fino agli animali-robot, passando per le auto senza pilota e i droni ai dispositivi intelligenti, anche per la casa e la salute. E naturalmente la connettività, anche nei luoghi disagiati, che è il vero sistema linfatico di tutte le innovazioni nel carnet di Alphabet. Se a Google ora sotto la guida di Sundai Pichai rimangono le attività core sul web, e quindi la piattaforma pubblicitaria, Android, Youtube e tutto quello che è prodotto puramente digitale, i laboratori di Alphabet saranno lo strumento della nuova megacompany per osservare dall'alto della Silicon Valley cosa succede nel mondo dell'innovazione tra grandi capitali e startup, progettare senza limiti di fantasia - una mossa che può sembrare un vero lusso di questi tempi ma è forse l'unica vera via per superare le crisi economiche.
Ma a cosa lavorerà Alphabet? Molto chiaramente, dalla nuova mappa delle attività, alla digitalizzazione di tutto quello che oggi è ancora "uno punto zero". L'obbiettivo di Alphabet non è uno solo, ma una combinazione di risultati su più fronti, compresa la ricerca medica. In questo senso la divisione Calico continuerà a investire e fare ricerca sul tema della longevità, la divisione Nest capeggiata da Tony Fadell si occuperà di creare dispositivi per la casa capaci di renderla sempre più intelligente e parca nei consumi. Le driverless car sono una realtà che permette a chi non può o non vuole guidare di affrontare la città in sicurezza perché già ora se fanno incidenti, li fanno per colpa degli umani e non dei processori elettronici. Ci sono poi le idee di Sidewalk Labs per rendere le città più vivibili e connesse, gli incredibili animali robot di Boston Dynamics, e i progetti di Google X che da fantasie diventano reali, come le mongolfiere di Project Loon per diffondere il segnale Wifi e i droni di Project Wing che consegnano pacchi e plichi. E naturalmente torneranno i Google Glass in una versione aggiornata, dopo un cospicuo periodo passato in fase di sviluppo prima del ritiro dalla lista dei prodotti in lancio. Senza dimenticare i Lift, posate anti tremore per gli affetti dal morbo di Parkinson. Tutta questa tecnologia ha bisogno di energia e per questo nel cappello di Alphabet c'è Makani Power, azienda che produce turbine eoliche volanti che girano in cerchio e trasmettono elettricità a terra. Nella tasca del portafogli ci sono invece i fondi di investimento come Google Ventures e Capital, strumento finanziario e allo stesso tempo "occhi" per individuare dove spunta nuova vita digitale.
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Ma tutto questo rimarrebbe ancora un sogno senza la connettività internet. Per questo tra gli asset di Alphabet c'è Fiber, la fibra iperveloce, una delle chiavi con cui verrà codificato il linguaggio della società, dal personale al pubblico, e delle macchine che di questa società non saranno solo strumenti ma inizieranno a fare parte. A Mountain View lo sanno e l'alfabeto che hanno deciso di scrivere è quello con cui Google, dopo aver imparato cos'è il mondo di oggi dai vari Zeitgeist raccolti in questi anni, proverà a costruire le parole del futuro prossimo.