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Sabadin, l’infermiere di Cattinara si fa riconoscere come bomber del calcio Fvg: «Fare gol mi emoziona»

Il 30enne centravanti del Breg assiste i degenti nel reparto di terapia intensiva cardiologica

Riccardo Tosques
Aggiornato alle 3 minuti di lettura

Michele Sabadin, a sinistra, dopo il gol realizzato con il Breg nei tempi supplementari del play-off contro l’Opicina Foto Francesco Bruni. A destra in divisa da infermiere

 

TRIESTE. Alla domenica pomeriggio frequenta i campi di gioco della regione indossando maglietta, pantaloncini e scarpette da calcio diventando l’incubo dei portieri avversari. Quando indossa la divisa verde contribuisce assiste i degenti nel reparto di terapia intensiva cardiologica all’ospedale di Cattinara.

Il prossimo 6 agosto Michele Sabadin compirà 31 anni. Oltre 15 li ha già trascorsi sui campi a dare calci ad un pallone con l’obbiettivo di fare gol. Una cosa che gli riesce particolarmente bene visto che è ad un passo dal raggiungere la soglia dei primi 150 centri tra i Dilettanti del Friuli Venezia Giulia.

In questa stagione agonistica da poco conclusa il bomber triestino è tornato a giocare dopo due anni di assenza. Risultato? 17 gol e una promozione ottenuta con il Breg, la squadra del comune di Dolina dove Michele è calcisticamente rinato.

«Avevo dovuto lasciare il pallone a fine del 2019 perché i turni di lavoro in ospedale erano diventati inconciliabili con allenamenti e partite: per continuare a fare attività fisica mi sono dedicato all’arrampicata. Giocare a calcio però mi mancava davvero troppo: una volta riuscito a trovare un equilibrio migliore con gli orari di lavoro ho raccolto la proposta di mio cognato (il portiere Daniel Blasevich, ndr) di tornare a giocare. Così mi sono accasato al Breg».

Causa anche la lunga lontananza dai campi di gioco, Sabadin si infortuna dopo poche settimane dall’inizio della preparazione. Una batosta non da poco. Soprattutto psicologica.

«Lo strappo al femorale è arrivato subito, a settembre. Fino a dicembre non ho potuto fare attività sportiva. Se ho pensato di mollare? Sì, perché sembrava un segno del destino. Alla fine però la pazienza e la voglia di tornare a giocare hanno prevalso. Nel girone di ritorno ho messo a segno 16 gol, più quello della finale play-off a Dolina, davanti ai nostri tifosi, con cui abbiamo battuto la Polisportiva Opicina conquistando la certezza della promozione in Prima Categoria. Una gioia indescrivibile e uno splendido premio per la forza che ho avuto di rimettermi in gioco dopo due anni e mezzo di stop».

Nel curriculum calcistico di Sabadin troviamo tante squadre. Primorec, Sant’Andrea San Vito, Muglia Fortitudo, Chiarbola Ponziana. Con i colori biancocelesti del club di via Umago Michele ottiene due promozioni consecutive, dalla Seconda Categoria alla Promozione, mettendo a segno ben 43 reti. Nella stagione 2017-’18 arriva la grande chiamata in Eccellenza.

«Andare al San Luigi fu un banco di prova davvero importante: passare dalla Prima all’Eccellenza non è affatto cosa da poco. Alla fine andò benissimo. Non sono un giocatore molto tecnico, motivo per cui non ho mai pensato di giocare a 7 perché ho bisogno di spazi per riuscire ad esprimermi al meglio, ma ho una indubbia qualità: “vedo” la porta con una certa facilità. In quell’anno realizzai il mio 100° gol tra i Dilettanti, coronato dalla vittoria della Coppa Italia. Ancora oggi in camera mia ho la maglietta indossata a Gemona nella finale in cui siglai il rigore decisivo che ci fece vincere il trofeo. Se aggiungiamo poi che in quella stagione giocai e vinsi la Supercoppa allo stadio Nereo Rocco, facile intuire come con il San Luigi raggiunsi davvero il massimo».

Sabadin viene poi attratto dalle sirene del Kras Repen. La decisione di spostarsi a Monrupino non verrà premiata: mentre il San Luigi vince il campionato conquistando la propria prima storica promozione in D, il team biancorosso retrocede in Promozione dopo aver perso lo spareggio col Fontanafredda.

Nella stagione 2019-’20 Michele si sposta allo Zaule Rabuiese, in Promozione. Ma dopo pochi mesi è costretto ad alzare bandiera bianca. «Avevo dei turni di lavoro massacranti e incompatibili con l’attività calcistica. Oggi riesco ad avere degli orari leggermente migliori, anche se i sacrifici sono tanti. Tante volte capita di dover andare a lavorare di notte, dopo la partita, oppure di aver i turni pomeridiani proprio in concomitanza degli allenamenti che giocoforza devo saltare. Perché ho scelto di fare l’infermiere? Ho studiato parecchio per fare questo mestiere. Mi è sempre piaciuto l’ambito medico, e credo sia un vizio di famiglia visto che entrambe le mie sorelle, Manuela (classe 1975) e Martina (classe 1993, la prima tifosa di Michele di cui non perde mai una partita, ndr), fanno la stessa professione. Indubbiamente lavorare in terapia intensiva cardiologica è molto impegnativo. Si vede in faccia la sofferenza delle persone, sia di chi sta male sia delle famiglie. Non è semplice farsi scivolare addosso certe situazioni. Bisogna avere molto carattere. Ed essere consapevoli di dover dare sempre il massimo».

Anche in campo Michele è uno che dà sempre tutto. Non a caso nello spareggio promozione l’attaccante del Breg ha giocato da infortunato (un altro strappo muscolare per lui) riuscendo nonostante tutto a timbrare il gol vittoria. «La promozione di quest’anno, che dedico ai miei genitori Luciano e Barbara, è qualcosa di magnifico, anche perché è arrivata dopo quasi tre anni in cui ero lontano dai campi di gioco».

Sabadin ha avuto la fortuna di incontrare tante persone validissime nella sua carriera di calciatore.

«Il miglior allenatore? Luigino Sandrin. Il miglior assistman? Marco Bertocchi. Il compagno di reparto perfetto? Matteo Muiesan. E poi quando non facevo gol io, al San Luigi c’era sempre un portiere irresistibile come Stefano Furlan, il più forte con cui abbia mai giocato, al quale affianco Daniel Blasevich, insuperabile nell’uno contro uno, tra i maggiori artefici di questa promozione in Prima Categoria del Breg, squadra con cui spero di poter continuare a giocare a segnare ancora per molti anni».

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