Pallamano, cosa succede? «A metà gennaio la svolta»
Una classifica inferiore alle attese, stipendi in ritardo, il divorzio da Dapiran Orlich: «Attendiamo sponsor, il vero problema sono gli infortuni»
Roberto Degrassi
TRIESTE
Estate 2020. La Pallamano Trieste a una svolta storica, con la conclusione della mitica guida del professor Giuseppe Lo Duca e con un vertice rinnovato con Alessandra Orlich alla presidenza. «Entro tre anni lo scudetto», è il programma. E sono parole di miele dopo stagioni prive di soddisfazioni, almeno a livello di prima squadra. C’è anche l’uomo destinato a diventare il simbolo di questa risalita: Gianluca Dapiran, poi firmato con un triennale.
Il paradiso, per ora, è però ancora molto lontano. Classifica avara, con Trieste decisamente lontana dalle posizioni dove aveva previsto di abitare stabilmente. Mesi di ritardi negli stipendi ai giocatori che comunque non fanno mancare l’impegno in campo per il loro attaccamento alla maglia. Prima il divorzio da uno dei due stranieri, Mitrovic. Adesso quello più clamoroso da quello che doveva essere l’immagine della Pallamano destinata a rinverdire i fasti del passato. Trieste e Dapiran si lasciano, con l’azzurro che si accasa a Bressanone. Più che legittimo chiedersi che sta succedendo in casa biancorossa.
Alessandra Orlich si definisce più preoccupata di quello che accade sul campo rispetto alla situazione attorno. «Contro il Carpi, nell’ultima giornata, siamo scesi sul parquet senza sei giocatori».
Però la situazione non è quella che era stata programmata. E i problemi, come quello degli stipendi, ci sono. «Il budget previsto per questa stagione è adeguato. Ci sono ritardi da parte di alcuni sponsor che hanno avuto difficoltà legate anche al particolare momento che stiamo vivendo, tra questi c’è anche il possibile main sponsor. Un rallentamento nella liquidità che dovrebbe venir sbloccato a breve, siamo fiduciosi che entro metà gennaio sarà tutto a posto».
Quanto ai due divorzi eccellenti, il numero uno del club biancorosso spiega: «Mitrovic non era l’elemento che serviva mentre Dapiran desidera competere per lo scudetto e in questo momento con noi non è possibile. Sarebbe stato scontento, di comune accordo le strade si sono separate».
I mesi che seguiranno, con la salvezza primo obiettivo, dovranno consolidare le basi per il futuro della Pallamano Trieste. Il ricordo dei due scudetti giovanili vinti è ancora fresco ma non è nemmeno così lontano quello delle estati riempite di interrogativi e di corse contro il tempo per iscriversi al campionato, con il “Prof” a a lanciare appelli per non far finire un’istituzione dello sport triestino. Appelli raccolti con il cuore dai magnifici mille di Chiarbola per un abbonamento che voleva dire sopravvivenza. Una partita per il futuro che è stata giocata di squadra, con tempismo, tra dirigenza, staff tecnico e la città.
Lo scudetto, per ora, forse può attendere. —
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