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TRIESTE

C’è forse una sfumatura di colore verde dietro alla buona prova di Patrick Brey a Vercelli. Quello che agli occhi della tifoseria era finora un oggetto misterioso, ha ben figurato nel ruolo di terzino sinistro al Piola, una prova diligente in copertura, propositiva in fase di possesso palla e affrancata da un assist, il traversone a uscire con il piede naturale mancino per il 2-0 di Ligi.

L’ispirazione, perché no, data dalle casacche della Pro Vercelli, scesa in campo con la terza divisa, di colore verde in onore al Palmeiras, lo storico club brasiliano con cui i piemontesi mantengono uno storico gemellaggio, storia di emigrazione nell’America Meridionale dalla regione ponentina allo scoccare della Grande Guerra. Un’aria di inedito derby per il giocatore nato a Brasilia nel ’97 e di doppia nazionalità brasiliana e tedesca, formatosi principalmente nel Vila Nova, per poi proseguire con Cruzeiro e Coritiba fino al Centro Sportivo Alagoano da dove Mauro Milanese lo ha prelevato per dare a Lopez una alternativa con caratteristiche, almeno anagrafiche, diverse.

Attenzione a non farsi abbagliare da 90 minuti solamente, da un lato era prevedibile una prova volenterosa dopo tanta panchina, dall’altro la presenza positiva mantenuta in campo per tutta la gara fa dedurre che Brey si sia sempre allenato con costanza e dedizione. In caso contrario chiunque faticherebbe a giocare una gara intera all’esordio, in un ruolo peraltro che era prevedibile fosse il più sollecitato, stante la vocazione della Pro Vercelli a puntare forte sulle fasce laterali, con Della Morte e Gatto, intercambiabili, e le sgroppate di Clemente. Promosso dunque Brey in entrambe le fasi, piede buono, una buona notizia per Bucchi che potrà contare su un giovane in più per gli ultimi tre sforzi prima della sosta. E una opzione in più sui calci piazzati, dove finalmente la Triestina sta trovando più soluzioni e gol. —



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