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Il crollo di Mbappé, l’eroe buono della Francia

L’amarezza dei campioni del mondo, partiti favoriti ed eliminati: nella squadra delle tensioni si salva Benzema, il figliol prodigo

Leonardo Martinelli
1 minuto di lettura

LA STORIA

Leonardo Martinelli / parigi

Dopo aver mancato il suo rigore, decisivo, dal sapore amaro della disillusione, Kylian Mbappé si guarda intorno, assorto e stordito. Allunga le mani alla testa, gli occhi smarriti. Nessuno, ma proprio nessuno si avvicina a consolare l’«eroe contemporaneo» (la definizione di un giornale nei giorni migliori). Mbappé sguscia via verso gli spogliatoi, irrimediabilmente solo. Ecco, con quell’immagine si sono svegliati ieri i francesi, dopo aver assistito al tracollo dei «bleus» di fronte alla Svizzera.

«Annientati», titolava in prima pagina «L’Équipe», il principale quotidiano sportivo. Per capire l’amarezza (e ieri all’aeroporto di Orly, ad accogliere i «bleus», c’erano sei tifosi sei), bisogna pensare all’ebbrezza dei giorni precedenti. Qualche commentatore nelle radio osava dire che la nazionale francese doveva «matematicamente» vincere. La Francia (ed è un classico) si era fatta prendere da una boria generalizzata: erano «i superfavoriti» degli Europei, con «l’attacco più forte del mondo». Se si vuole, è anche la forza di un Paese, che si autoconvince e qualche volta vince. Che sa fare sistema. Ma quando si spezza di fronte all’umile realtà, fa male. Ieri, tra l’altro, zero reazioni ufficiali. Neanche Emmanuel Macron, che non aveva niente da guadagnarci. Kylian su twitter, la sera stessa, aveva scritto: «Ho voluto aiutare la squadra ma ho fallito. Trovare il sonno stanotte sarà difficile, ma sfortunatamente sono i rischi di questo sport che amo così tanto». «Nessuno può incolparlo – lo ha incalzato il ct Didier Deschamps –. Quando prendi una responsabilità del genere, può succedere».

A proposito, quella sera maledetta, che ha visto crollare l’eroe contemporaneo, l’anti-eroe, invece, il bad boy del calcio francese, si è preso qualche soddisfazione. Stiamo parlando di Karim Benzema. Lui (33 anni) ha assicurato una doppietta niente male, mentre Mbappé (22 anni) è rimasto a secco per tutti gli Europei.

Entrambi provengono da una banlieue (parigina per Kylian, a Lione per Karim). Ma il primo è una macchina da guerra, infallibile anche nella vita, impegnato nel sociale (pure un po’ arrogante, dicono le malelingue). Karim è stato tenuto lontano dalla nazionale per cinque anni per una brutta storia di ricatti per un video a luci rosse di un compagno di squadra del Real Madrid. Era al suo nuovo debutto nei «bleus», il ritorno del figliol prodigo. L’imperfetto ha fatto la sua parte. —

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