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L’Allianz scalda i motori per partire subito a tutta. Coach Dalmasson: «Con Cantù massima attenzione»

Domenica sera arriva a Valmaura una squadra in crescita: «Nei primi quarti patiamo i team fisici, serve più difesa»

Roberto Degrassi
2 minuti di lettura
Tommaso Laquintana. Foto Ciamillo/Lasorte 

TRIESTE Le gare del girone di ritorno servono anche a questo: sono occasioni per rimediare agli errori commessi contro lo stesso avversario mesi prima. E proprio all’Acqua San Bernardo che domani sera sarà all’Allianz Dome è legato uno dei principali rimpianti in trasferta della stagione biancorossa, con una partita persa di sei punti e che avrebbe potuto venir risolta a proprio favore con più cinismo, cattiveria e l’istinto di chiuderla perchè quando piazzi un 6-0 in un minuto nel finale il pallone in mano all’avversario comincia a pesare tanto, tantissimo, ed è il momento di azzannare. Quella volta l’Allianz non azzannò, finì che toccò a lei leccarsi le ferite e domani ci si rivede, ritrovando una Cantù con Gaines e Jamie Smith in più (quest’ultimo era assente al PalaDesio) e Pancotto in meno, avvicendato da Bucchi.

La sfida contro Cantù, però, mette in palio molto di più che il gusto della rivincità. Una vittoria vorrebbe dire togliere anche gli ultimi dubbi sulla certezza della salvezza con un paio di mesi di anticipo sulla conclusione della stagione regolare e continuare a viaggiare in prima classe, che nella serie A nostrana prevede otto posti.

Nell’analisi prepartita coach Eugenio Dalmasson avverte sulla consistenza di Cantù. «Viene da tre partite con il nuovo allenatore e ne ha vinte due perdendo di misura con Venezia, segno di una svolta psicologica. Non arriva a Trieste un’avversaria impreparata e di conseguenza sta a noi farci trovare pronti, con una concentrazione altissima».

Il tema della concentrazione chiama in causa uno dei limiti emersi nel corso della stagione biancorossa. I primi quarti, quasi sempre terreno di caccia per i rivali. Una delle possibilità di crescita per l’Allianz passa anche da qui. Dalmasson prova una spiegazione: «Spesso subiamo le squadre molto fisiche e prova ne è che quando i ritmi calano troviamo maggiore equilibrio. Sappiamo che contro Cantù ci troveremo di nuovo di fronte una squadra con grande atletismo, soprattutto tra gli esterni. Dovremo gestire bene la transizione difensiva cercando buone conclusioni per non rischiare di farci trovare impreparati alle ripartenze avversarie».

Uno dei temi del piano-partita, insomma, è delineato. L’altro, riprendendo proprio le parole di ieri di Teo Da Ros, è il concetto che l’Allianz migliore è quella che gioca di squadra, senza necessariamente prestazioni individuali monstre ma con prove sopra la sufficienza da parte di tutti. Quella di domani potrebbe essere l’ultima partita di Hrvoje Peric se il recupero di Andrejs Gražulis continuerà a procedere come nell’ultima settimana.

Per quanto riguarda gli altri giocatori, Dalmasson segnala che Fernandez non è ancora nella condizione migliore. «Ed è un giocatore per noi indispensabile». Il Lobito, specie quando non ha dal proprio corpo la risposta che vorrebbe, talvolta tende per generosità a forzare. Ma la voglia di rendersi utile alla squadra non va di pari passo con quello che riesce a dare in quel momento. Lucidità e pazienza possono permettere comunque di gestire la situazione, confidando anche in un Laquintana all’altezza dei giorni migliori. In quest’ultima fase della stagione farebbe comodo il Tommy che cambia il ritmo, disturba i play avversari e si butta a recuperare i palloni vaganti. —


 

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