Gautieri: «L’Unione può ispirarsi all’Empoli»
L’allenatore: «Il vivaio è fondamentale per una società che guarda al futuro. Mi piacerebbe lavorare con i giovani»

TRIESTE «Non so quando ma so che quando sarà il momento si ripartirà in modo diverso, approcciandosi alla vita in modo diverso. E questo servirà a fare crescere anche chi fa dello sport la sua professione. La speranza di tornare in campo c’è». Era appena cominciata la pandemia e il ricordo di Carmine Gautieri dell’ultima gara vittoriosa a Ravenna era ancora fresco. Ora, a due mesi di distanza, la speranza del ritorno in campo è di fatto, anche se non ufficialmente, tramontata. «Ormai siamo a giugno, per fortuna sul piano sanitario la situazione è molto migliorata ma su come ripartire c’è ancora tanta, troppa incertezza. E questo significa impossibilità di programmare. E invece progettare un futuro è l’aspetto più urgente». Carmine Gautieri, tecnico della Triestina, scalpita per tuffarsi nella programmazione del futuro dell’Unione. Arrivato a metà ottobre con un contratto fino al 30 giugno e con la possibilità di lavorare sul campo interrotta a inizio marzo. Cinque mesi intensi che per Carmine Gautieri non sono una breve parentesi della sua carriera ma piuttosto la prima tappa incompiuta di un progetto da sviluppare. «Trieste è un città splendida che mi ha accolto con grande calore anche in questi mesi di quarantena ma soprattutto qui c’è tutto per far crescere una società di calcio moderna. Perché la proprietà, con in primis Mauro Milanese, ha un obiettivo ambizioso e lungimirante e i mezzi per raggiungerlo. In questo momento chi riuscirà a muoversi prima avrà un vantaggio» spiega il tecnico. Già, ma la società prima di partire con la programmazione ha bisogno di alcuni paletti che il Consiglio federale di questa settimana dovrebbe fornire a cominciare dalla sospensione o meno praticamente scontata del campionato di serie C (con annessa questione play-off).
«Per evitare il fallimento di decine di società è evidente che la Federazione deve accelerare su una riforma. Il Catania, tanto per fare un esempio, è già a un passo dal tribunale e così succederà anche per altre realtà. Lo ribadisco: diminuire le società professionistiche e magari varare una serie B a due gironi valorizzerebbe le grandi piazze mentre le altre società godrebbero dei benefici di minori costi necessari alla loro sopravvivenza - dice il tecnico alabardato -. Ma a prescindere dalle riforme il progetto Triestina ha grandi potenzialità sia come prima squadra che su un’idea di sviluppo del settore giovanile». La sostenibilità economica è un obiettivo che si persegue con i risultati sportivi da un lato e la ricchezza dei vivai dall’altra. «Sul fronte della prima squadra non avrei dubbi a ripartire da un gruppo che nel corso degli ultimi mesi era cresciuto tantissimo. Ho trovato dei professionisti modello e giocatori di qualità. Su questa base, con qualche aggiustamento, c’è un gruppo molto competitivo anche per la prossima stagione. La questione del settore giovanile mi sta particolarmente a cuore anche perché ho visto come si lavora a Empoli e in casa Atalanta». Gautieri non ha avuto tempo da dedicare ai giovani e non è un caso che la scorsa settimana via web abbia dialogato con i tecnici alabardati. «Il modello Empoli o Atalanta può diventare un punto di riferimento anche per il futuro della Triestina. L’allenatore della prima squadra deve avere un costante confronto con chi si occupa della linea verde e in particolare con giovanissimi, allievi e Berretti. Se ne avrò l’opportunità mi interfaccerò con loro, invitandoli ai nostri allenamenti e conducendo anch’io almeno una seduta settimanale con i ragazzi. Conoscendo il mio metodo credo sia più semplice ed efficace l’integrazione dei giovani nel gruppo della prima squadra». Il valore sociale e sportivo del vivaio è sempre stato un obiettivo di Milanese che peraltro nel settore giovanile della Triestina è cresciuto come giocatore. Una valore che sul medio-lungo periodo assume anche una valenza economica di un’azienda che, come ha sempre detto Mario Biasin, deve camminare con le proprie gambe nonostante la generosità degli investimenti. «Solo per fare un esempio l’Empoli è retrocesso sul campo ma ha ricavato dal mercato oltre 50 milioni. Questo significa che anche se in qualche stagione il progetto sportivo fallisce la società funziona bene comunque». D’accordo ma poi i giovani bisogna farli giocare. «Mai avuto problemi di inserire dei giovani validi - conclude Gautieri -. A Olbia ho fatto esordire ragazzi di 16 e 17 anni e all’inizio mi prendevano per matto». Olbia non è Trieste. Ma anche la Trieste calcistica deve cominciare a imparare ad avere pazienza e lavorare duro. Una virtù indispensabile per uscire fuori dal tunnel nel quale il mondo calcistico e non è entrato dai primi mesi di questo infausto 2020. —
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