QUATTRO GIORNI SENZA UN ATTIMO DI RESPIRO
Negli Internazionali BNL d’Italia dei record (224mila spettatori, 13 milioni di incassi), i numeri la fanno da padroni anche sul versante sportivo: in 13 delle ultime 15 edizioni del torneo, la coppa del Foro è stata alzata da Nadal 9 volte e da Djokovic, 4. Con il successo di oggi, il maiorchino prevale sul serbo nei Masters 1000 vinti (34 a 33), mentre il terzo della classifica, Roger Federer, è a quota 28. Nole precede però Rafa nel computo dei testa a testa (28 contro 26). Considerato il tennis espresso dai due capifila del ranking ATP, dovremo tenere aggiornati questi file a lungo.
La finale di ieri ha avuto tre fasi corrispondenti ai set: quella del controllo assoluto di Nadal («mi ha buttato fuori dal campo», ha ammesso il suo avversario), la seconda dell’orgoglio di Djokovic («ho ritrovato la concentrazione per rientrare in partita, e non m’aspettavo d’esserne capace»), l’ultima dell’affermazione della superiorità di Rafa sulla terra rossa. Per interpretare la partita bisogna tener conto che, in 4 giorni, i finalisti hanno giocato 5 partite di intensità ben diversa. Il serbo ha eliminato Shapovalov e Kohlschreiber in due set giovedì, poi Del Potro e Schwartzman venerdì e sabato sempre in tre durissimi set finiti a notte fonda. Dieci set prima della finale, dunque. Nadal ha invece concesso un solo game a Chardy e Basilashvili giovedì e quattro a Verdasco venerdì, penando un po’ di più (6-3 6-4) nella semifinale contro Tsitsipas sabato. Sommandoli, sei set. Ha anche goduto di 24 ore di riposo contro le 15 scarse di Djokovic. Particolari non irrilevanti. —
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