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Costantino, cuore e gol per la Triestina: «Ora sto bene, voglio continuare così»

L’attaccante: «Arrivare e infortunarsi è stata dura. Con Pablo c’è stata intesa sin dai primi allenamenti»

Antonello Rodio
2 minuti di lettura

TRIESTE Fin dalle prime uscite, i tifosi alabardati avevano capito che Rocco Costantino, oltre a essere un attaccante di qualità con un gran feeling per il gol, è anche un giocatore di cuore e dal grande temperamento. La corsa a perdifiato fino al lato opposto del campo, verso la curva Furlan, con cui domenica ha festeggiato la sua rete contro la Sambenedettese, ha però fatto conquistare definitivamente tutti i fans della Triestina, ormai innamorati del bomber nato in Svizzera ma cresciuto fin da piccolo a Pesaro.

Costantino, come mai quell’esultanza così particolare?

«Perché per me quel gol è stato come una doppia liberazione. In primis perché trovando quella seconda rete stavamo risolvendo una partita che al di là del punteggio finale si stava rivelando difficile, contro una squadra che si chiudeva. E poi per quel mio lungo periodo da infortunato passato in precedenza, che ancora non ho digerito totalmente».

È stato pesante arrivare e dover stare fermi così a lungo?

«Sì, pesante e brutto come inizio. Arrivare in una nuova piazza e non poter dare una mano ai compagni è stato motivo di frustrazione e sofferenza. Mi avevano accolto in maniera fantastica e ho visto subito che era un gruppo fenomenale. Per questo non poter essere in campo mi faceva davvero male, così ora ogni domenica voglio liberare in campo tutte le mie emozioni nel migliore dei modi».

Il rientro però è stato fenomenale con tre reti in tre partite.

«Di questo devo dire sicuramente grazie ai compagni, che mi mettono nella condizione migliore per mostrare le mie qualità. Mi trovo benissimo con tutti, vogliamo far bene e la missione è quella di fare più punti possibile».

A proposito di compagni, c’era chi sollevava dubbi sull’intesa con Granoche, che invece sta funzionando alla grande, vero?

«Sinceramente né io né Pablo abbiamo mai avuto dubbi a proposito. Certo, si doveva iniziare a provare, ma quando abbiamo iniziato a giocare assieme, fin dagli allenamenti si è visto che l’intesa va bene. E dirò di più, va migliorando di partita in partita. Riusciamo a dimostrare le nostre qualità come singoli e anche quelle come coppia, ci completiamo alla grande. Insomma dal fatto che le difese devono occuparsi di due attaccanti, ne beneficiamo entrambi».

Aveva detto di aver scelto Trieste perché vive di emozioni: cosa le sta dando questa esperienza?

«Sono continuamente alla ricerca di emozioni e sicuramente la Triestina mi sta dando tanto. Vivo la città alla grande, tra tifosi e partita alla domenica mi piace vivere tutto al cento per cento e dare tutto me stesso e quello che posso dare. E voglio continuare così».

Con tutto il rispetto per Pesaro, Fermo e Bolzano, si può dire che l’arrivo alla Triestina è la svolta della sua carriera?

«Assolutamente si, purtroppo in questo campionato è rimasto poco tempo e per questo devo cercare di sfruttare tutte le occasioni e tutti i momenti di ogni partita, cerco di viverli con la maggior intensità possibile. E proprio quel brutto periodo iniziale che ho trascorso, mi ha dato ancora più forza per cercare di dare il massimo».

Questa Triestina dove arriverà?

«Per il momento dico solo un numero: 18. Che è quello dei punti ancora in palio. Noi dobbiamo cercare di guadagnarli tutti, cerchiamo di pensare solamente a noi stessi che siamo sulla strada giusta. E l’obiettivo attuale resta sicuramente il primo posto, la matematica ancora ci permette di inseguirlo». —


 

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